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Che le acque limpide del Salento nascondano spesso nei loro fondali delle meraviglie del passato non è certo una novità. Nella località di San Pietro in Bevagna, in particolare, sono presenti dei veri e propri gioielli preziosissimi conosciuti come Sarcofagi del Re.
Questi reperti antichissimi, risalenti al III secolo d.C, si rivelano come dei blocchi di marmo presenti a pochi metri sotto il livello del mare, sono delle testimonianze di inestimabile valore e sono conosciuti, oltre che con il nome di Sarcofagi del Re, anche come Vasche del Re.
Questi importanti giacimenti archeologici, considerati tra i più importanti di tutto il Mediterraneo, sono rintracciabili, sebbene siano a 6 metri di profondità, nelle giornate ad alta visibilità nei pressi della foce del fiume Chidro. I Sarcofagi del Re si presentano come 23 opere colossali, affondate con la nave che le trasportava verso Roma.
Sono dunque circa 1.700 anni che questi tesori sono presenti sui fondali sabbiosi di San Pietro in Bevagna e, i numerosi studi compiuti su queste opere monumentali, hanno individuato che le stesse venivano utilizzate per celare e custodire i resti degli uomini più importanti dell’antica Roma.
La sensazionale scoperta dei Sarcofagi del Re, che consistono in semplici colonnine quadrate alte all’incirca un metro e larghe massimo 60 centimetri per lato, non ha rilevato però le tracce del vascello affondato, le cui ipotesi più accreditate hanno individuato che potesse avere una lunghezza di venti metri per una larghezza massima di 6.
Ma cosa ci facevano queste meraviglie nello Ionio? Probabilmente questi sarcofagi di marmo bianco provenivano dall’Egeo e dall’Asia Minore e, come già detto, erano destinati a Roma, più precisamente nella Statio Marmorum di Ostia, luogo nel quale sarebbero stati trasportati per via fluviale nel Campo Marzio, pronti per essere sottoposti alla lavorazione.
Per cause non note, invece, queste meraviglie sono invece gelosamente custodite dalle acque dello Ionio che ne esaltano la bellezza e l’inestimabile valore.
Foto di: Cosimo Trono
Data: 22 Giu 2019
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