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Santa Maria di Merino, la protettrice di Vieste

“Ogni 9 maggio i fedeli ricordano il ritrovamento della statua lignea della Santa.”
Santa Maria di Merino, la protettrice di Vieste

Non solo San Giorgio Martire: Vieste è molto legata anche all’altra protettrice della città, Santa Maria di Merino.

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I viestani, infatti, sono affezionati ad un’antica statua lignea della Santa conservata proprio nella città del Gargano. Stando alla tradizione, questo importante reperto storico e religioso fu trovato da alcuni pescatori sulla spiaggia di Scialmarino.

Sebbene non si sappia molto delle origini della statua di Maria, l’ipotesi più accreditata ritiene che quest’ultima facesse parte di un carico che da Bisanzio fosse diretto a Venezia. Ciò che è certo è che nonostante i numerosi moti, saccheggi, terremoti e incendi, il simulacro sia ancora integro e conservato nella cattedrale di Vieste.

Dopo essere stata portata nella cittadina garganica, ciò che ha contribuito a rendere il culto della Vergine particolarmente sentito è stato l’incendio della cattedrale, avvenuto nel ‘600. Le fiamme divorarono tutto quanto presente nell’edificio, ad eccezione della statua della Madonna, illesa.

I festeggiamenti di Vieste in onore della Santa

Da quel momento in poi, l’immagine di Maria con il braccio destro alzato in segno di saluto è diventata parte integrante dei viestani, tanto da continuare ad essere venerata anche a distanza di anni.

Il culto di Santa Maria di Merino nella città di Vieste gira proprio intorno alla statua lignea.

Ogni 7 maggio, dunque, la città di Vieste omaggia la sua protettrice aprendo i festeggiamenti con lo sparo dei mortaretti e il giro per l’abitato della banda cittadina. Il vero culmine, tuttavia, avviene ogni 9 maggio, quando la statua lignea del XIV secolo viene portata in processione tra le vie della città fino al santuario a sette chilometri dall’abitato e a lei dedicato, a ricordo del suo ritrovamento.

La sera, poi, la processione con a seguito pellegrini e confratelli, torna in paese. Il lungo corteo, tra ali di folla festante, luminarie, fuochi pirotecnici e canti tradizionali, si snoda prima nella parte nuova di Vieste e poi, dopo aver attraversato il corso principale variopinto di luci, si addentra nel borgo antico per raggiunge la basilica cattedrale dove, il giorno dopo, il simulacro viene riposto nella nicchia della cappella “del popolo” dedicato a Maria di Merino

Foto: Comune di Vieste (Sito istituzionale)

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