Ci sono 2 famiglie di Trepuzzi, 9 di Andrano, 19 di Alessano, 14 di Salve, 2 di Lequile, 3 di Campi Salentina, 1 di Corigliano, 3 di Galatina, 1 di Surbo, 4 di Gagliano del Capo e 13 di Lecce. Non è l’inizio di una barzelletta in salsa pugliese, o meglio salentina, ma la bella favola di Natale che ben 71 famiglie hanno contribuito a disegnare durante le festività in corso, accogliendo nelle proprie case e alle proprie tavole altrettanti rifugiati e richiedenti nei pranzi e cenoni di questi giorni. L’iniziativa era stata lanciata a inizio dicembre dall’Arci Lecce, che aveva chiesto ai cittadini della provincia di aprire le loro case ai migranti, tutti ospiti dei centri Sprar gestiti dall’Arci grazie alla vittoria dei bandi del ministero dell’Interno, nei quali hanno diritto a vitto e alloggio, in atto di regolarizzare la loro posizione nello Stato italiano.
La maggior parte delle persone ospitate dalle famiglie salentine hanno storie travagliate alle loro spalle: tanti tra loro sono arrivati in Italia attraversando sui barconi i Canali d’Otranto e di Sicilia, e alcuni di loro sono sopravvissuti a drammatici naufragi. Alcuni rifugiati hanno preso parte al cenone della Vigilia, mentre altri sono stati ospiti per il pranzo di Natale, ma non è finita qui: altri ancora sono ora attesi nelle case salentine per Capodanno e gli ultimi all’Epifania. Li attende un momento di integrazione con il nucleo della comunità locale e le tradizioni culinarie, che possa permettere per qualche ora di dimenticare le difficoltà del recente passato e di sentirsi in famiglia.
Data: 28 Dic 2016
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link all'articolo.