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Sacra Spina di Andria, la storia dietro il prodigio del Venerdì Santo

“L'ultimo miracolo è avvenuto nel 2016. Il prossimo è invece atteso per il 2157.”
Sacra Spina di Andria, la storia dietro il prodigio del Venerdì Santo

Ad Andria è presente la Sacra Spina, una reliquia dal valore inestimabile in quanto proviene direttamente dalla corona indossata da Gesù Cristo. Questo prezioso oggetto racchiude al suo interno una storia tutta da conoscere nella quale si mischiano fede, credenze popolari e, perché no, anche di mistero.

Le spine della corona di Cristo, a quanto pare, sono moltissime: ben 2.283 delle quali 995 presenti in Italia. Sebbene comunemente venga chiamata corona, si è ormai stabilito che il Salvatore indossasse una sorta di casco formato da rametti di spine fissati in un fascio e anelli di giunchi. Tenendo conto di questo fattore, è certo che le reali spine della corona, in realtà, non dovrebbero superare le 200.

La Sacra Spina di Andria

Quella di Andria, oltre ad avere delle caratteristiche particolari, nasconde una storia che ne certificherebbe l’autenticità.

Arrivata nella città pugliese nel 1308, fu regalata come dono della principessa Beatrice d’Angiò: la spina prima di quel momento era appartenente alla casa di Francia.

Sempre trattata come una vera e propria reliquia (dopotutto è stata indossata da Gesù in persona), nel 1633 la spina in questione presentò un fenomeno alquanto curioso e strano.

Verso le 9 del mattino, infatti, sulla Sacra Spina poterono essere osservate molte gocce e macchie di sangue senza che nessuno si fosse avvicinato alla stessa. Lo stesso strano procedimento si verificò nel 1644 e poi moltissimi anni dopo, nel 1701.

A non cambiare, a dispetto degli anni, il quantomeno bizzarro comportamento della spina dalla grandezza simile a quattro dita, tendente al color cenere e sulla quale sono presenti ben diciassette macchie violacee: il colore delle stesse pareva ravvivarsi, diventano molto simile al sangue vivo.

Insomma, un vero e proprio miracolo si era verificato in quegli anni e poi a seguire nel 1712, 1722, 1785 e 1796. Ma cosa aveano in comune tutte queste giornate? Tutte corrispondevano al Venerdì Santo, giorno in cui viene commemorata la passione e la crocifissione di Gesù Cristo.

Come noto, però, ogni anno viene celebrata quella giornata. Come mai allora il prodigio si verificò solamente in determinati anni che non presentavano correlazioni tra loro? Dopo diverse osservazioni, è stata trovata una risposta: in quegli anni specifici il Venerdì Santo è sempre stato in concomitanza del 25 marzo, giorno che racchiude in sé tutta la vita di Cristo: la sua nascita, la sua morte, il giorno del concepimento e quello della sua morte sulla croce.

I prodigiosi eventi

Ogni Venerdì Santo ricorso il 25 marzo, quindi, si sono ripetuti i fenomeni prodigiosi, fino al 1799, anno in cui la città fu saccheggiata dai francesi che decisero di vendere la Sacra Spina, poi riportata da un ricco proprietario ad Andria nel 1837. Il giorno successivo, benché fosse il 1 novembre, il miracolo fu rinnovato in maniera del tutto non prevista e straordinaria.

Cinque anni dopo, invece, il prodigio non avvenne nel modo solito: il color sangue vivo si manifestò in alcune piccole escrescenze bianche ed argentee. Nel 1853 e nel 1864, invece, tutto si realizzò secondo i piani.

Il pellegrinaggio ad Andria

Negli ultimi anni, la Sacra Spina, conservata nella cappella di San Riccardo nella Cattedrale, è diventata meta di pellegrinaggi provenienti da tutte le parti del mondo, che decidono di visitare la reliquia specialmente nel periodo quaresimale.

La scienza, che ha più volte esaminato la spina, non è riuscita ancora ad offrire delle spiegazioni sul fenomeno.

L’ultimo prodigio si è compiuto nel venerdì santo del 2016. Per il prossimo, però, bisognerà aspettare oltre un secolo: il miracolo dovrebbe replicarsi nel prossimo Venerdì Santo, che sarà il 25 marzo del 2157.

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1 commento su “Sacra Spina di Andria, la storia dietro il prodigio del Venerdì Santo

  1. Paglia alessandro ha scritto:

    Prodigioso !
    Il b
    uon Do ci vuole proprio bene nel ricordarci la venuta del.Figlio in terra per salvarci. Un giorno verrò ad Andria per pregare di fronte alla Sacra Spina.

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