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È stata consegnata una prestigiosa targa di riconoscimento a Roberto Bellotti, professore ordinario di Fisica applicata presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e neodirettore dello stesso dipartimento, per il suo impegno profuso nel campo e per le sue ricerche dall’importanza internazionale per l’intera comunità scientifica. Il premio è giunto dalle mani del sindaco della città di Bari Antonio Decaro in persona, nel corso di una cerimonia promossa dal presidente della commissione Cultura del comune metropolitano Giuseppe Cascella.
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È stato, per il professor Roberto Bellotti, il riconoscimento per una vita di scoperte dalla grande importanza, tra cui vari algoritmi realizzati per lo studio di argomenti complessi in variati domini di applicazione. Tra i più celebri, il fisico ha avuto modo di creare immagini, sfruttando il sistema della risonanza magnetica, per individuare alterazioni nel cervello in grado di dimostrare con precisione l’eventuale insorgenza della malattia degenerativa di Alzheimer anche con un massimo di dieci anni di anticipo. Con il professor Roberto Bellotti era presente una piccola parte del suo team di lavoro, rappresentato da Nicola Amoroso, Tommaso Maggipinto, Alfonso Monaco, Angela Lombardi, Eufemia Lella, Domenico Diacono, Andrea Tateo, Loredana Bellantuono, Marianna Larocca e Sabrina Tangaro, anch’essi insigniti della targa che cita “per lo sviluppo di tecniche basate sull’intelligenza artificiale per lo studio delle malattie neurodegenerative”.
Secondo la spiegazione rilasciata dal professore di Fisica Roberto Bellotti, i suoi studi si basano sulla combinazione di tecniche di intelligenza artificiale e calciolo scientifico ad alte prestazioni. Se confermati, è facile prevedere come si aprirà una nuova era per la sperimentazione farmacologica, con cure che potranno essere somministrare ben prima dell’insorgenza della malattia. La degenerazione cerebrale dovuta alla patologia dell’Alzheimer ha una maggiore incidenza superati i 50 anni di età, e colpisce per lo più gli uomini, agendo su basi ancora non dimostrate con predisposizioni genetiche, causando tra i suoi sintomi fondamentali una progressiva perdita della memoria. Sono ancora molti gli studi che si stanno compiendo al riguardo, è pertanto fondamentale investire sui talenti locali, sottolinea il dottor Roberto Bellotti.
Data: 24 Ott 2018
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