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Ridurre le calorie nei periodi che precedono le terapie può migliorare gli effetti della chemioterapia nei casi di tumore del pancreas. E’ una delle più importanti scoperte recenti dei ricercatori dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo (Foggia), alias l’ospedale di Padre Pio, impegnati a fronteggiare una delle più aggressive tipologie di cancro. Al centro della loro attenzione, da anni, la comprensione dei fenomeni di resistenza ai chemioterapici e l’analisi delle alterazioni molecolari associate all’insorgenza e alla progressione del tumore del pancreas, quarta causa di morte per cancro nel mondo.
I ricercatori sono partiti dalla scoperta del ruolo chiave di una proteina responsabile del trasporto dei chemioterapici, chiamata “human equilibrative nucleoside transporter-1” (hENt1). “Successivamente – spiega Valerio Pazienza, biologo ricercatore della Casa Sollievo della Sofferenza – abbiamo dimostrato nei modelli sperimentali di cancro del pancreas ‘in vivo’ ed ‘in vitro’, come con un approccio basato su una pratica nutrizionale, che negli ultimi anni è stata dimostrata utile nella prevenzione e gestione di molteplici condizioni patologiche compreso il cancro, mostrando una stretta correlazione tra un ridotto o assente introito calorico e gli effetti della chemioterapia, evidenziando un aumento di efficacia della terapia”.
Un approccio non privo di difficoltà. “E’ difficile monitorare il regime alimentare dei pazienti prima e durante la chemioterapia – spiega Pazienza – e molta cautela deve essere adottata perché occorre considerare anche la perdita di peso che generalmente caratterizza i pazienti oncologici e che potrebbe aggravarsi a seguito della restrizione calorica”. La soluzione? Diete ingegnerizzate. “L’obiettivo è arrivare a produrre i cosiddetti cibi funzionali che possano assicurare l’apporto nutrizionale necessario al paziente, garantendo allo stesso tempo il potenziamento dell’efficacia della chemioterapia modulando l’attività delle proteine coinvolte nella risposta farmacologica”. Tumore al pancreas, ma non solo: conoscere ed individuare quali alimenti possono modificare il profilo dei microorganismi costituenti la flora intestinale (microbiota) a vantaggio dell’uomo diventa una prerogativa importante per valutare eventuali effetti benefici anche in altre condizioni patologiche.
Grazie alla collaborazione interdisciplinare con i ricercatori Urska Vrhovsek, Iole Maria di Gangi e Fulvio Mattivi del centro di “Ricerca e Innovazione” Fondazione Edmund Mach (FEM) in San Michele all’Adige (Trento), altri studi del dottor Pazienza hanno contribuito all’implementazione di una formula matematica – grazie anche al contributo del dottor Andrea Fontana – basata sulle concentrazioni dei metaboliti (piccole molecole organiche che costituiscono i prodotti intermedi o finali del processo del metabolismo umano) nel sangue, che può permettere di individuare precocemente i pazienti con un’aspettativa di vita inferiore o superiore e individuare il miglior trattamento terapeutico per i pazienti ad alto rischio approntando delle terapie sempre più personalizzate.
Questi studi sono resi possibili grazie ai finanziamenti del programma Ricerca Corrente del Ministero della Salute e ai fondi devoluti all’IRCCS Casa Sollievo dai contribuenti italiani tramite il 5×1000. Degno di nota anche l’interesse e l’interazione con l’Ordine Nazionale dei Biologi che negli ultimi anni con l’arrivo del presidente Ermanno Calcatelli, ha sostenuto efficacemente la ricerca scientifica con numerose attività di formazione e supporto effettuando non solo corsi teorico-pratici altamente specializzanti per formare giovani ricercatori ma anche bandendo borse di studio.
Data: 13 Lug 2016
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