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Marina di Nardò, giovane turista scopre reperto archeologico

“Il bacino in ceramica si trova ora nel laboratorio del Museo del Mare Antico di Nardò. ”
Marina di Nardò, giovane turista scopre reperto archeologico

Un bagno come un altro quello della giovane turista di Bolzano nelle acque di Sant’Isidoro si è trasformato in un’incredibile scoperta… archeologica.

La ragazza, tra le limpide acque neritine, si è imbattuta in un prezioso reperto in ceramica risalente a diversi secoli fa. Nadine La Salvia,questo il nome della studentessa universitaria, ha intravisto il reperto a circa due metri di profondità e ne è rimasta attratta dalle decorazioni rossastre.

Incuriosita, La Salvia l’ha recuperato e ha poi chiesto informazioni a un suo vecchio docente di storia dell’arte, a cui ha inviato alcune foto del reperto. Dopo averle esaminate, il professore ha capito che si trattasse di un qualcosa di autentico, motivo per il quale ha esortato la sua alunna a contattare la Capitaneria di Porto di Gallipoli, che ha recuperato quanto ritrovato e ha consegnato tutto alla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto.

Cura del contesto che ci circonda

“Devo ringraziare questa giovane turista perché ha dimostrato una sensibilità e un senso di responsabilità davvero apprezzabili” il commento dell’assessore all’Ambiente e ai musei, Mino Natalizio, “un comportamento esemplare della cura che tutti dovremmo avere del contesto che ci circonda, che spesso invece paga la superficialità con cui lo trattiamo. Ora il bacino, che è stato riconosciuto e datato, potrebbe diventare un pezzo del nostro patrimonio museale e potrebbe anche essere l’occasione per indagare più approfonditamente nella zona del ritrovamento”.

Il bacino in ceramica in questione ora si trova presso il laboratorio del Museo del Mare Antico di Nardò per i trattamenti necessari in acqua dolce. L’analisi ha consentito di stabilire che si tratta di un bacino in ceramica invetriata policroma, decorata in stile “Taranto” e risalente a un periodo compreso tra il XIV e il XV secolo. Peraltro, pare trattarsi degli stessi bacini in ceramica ritratti in diversi affreschi murari nel chiostro di Sant’Antonio e nella cattedrale cittadina.


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