«Vorrei tornare a fare dei danni in tv, ma facendo una tv diversa da quella che ho fatto in passato». Settantanove anni e ancora tanta voglia di cantare, ma soprattutto nessuna intenzione di fermarsi. L’altra sera Renzo Arbore ha fatto divertire piazza Duomo a Trani, gremita come non mai, insieme alla sua Orchestra Italiana, nell’ambito della rassegna “Fuori Museo” della Fondazione Seca.
Cantautore, conduttore radiofonico, attore, regista, sceneggiatore, clarinettista e primo disc jockey italiano. Tante personalità riunite in quasi 80 anni di vita: da Sì, la vita è tutta un quiz a Il clarinetto, passando per Cacao Meravigliao. E poi la televisione, L’altra domenica, Cari amici vicini e lontani, Telepatria International, e la radio, la televisione. Tra amarcord e omaggi obbligati a Carosone, Totò e Domenico Modugno, Arbore ha dato vita a 180 minuti di musica e spettacolo, accompagnato dal suo immancabile cappello bianco e dai mandolini presenti nella sua orchestra. Chiusura affidata alla colonna sonora Cacao Meravigliaio, che lo consacrò icona indiscussa della tv anni ’80.
Quello di Trani, ha ammesso, è stato «un concerto anche sentimentale perché quando ero ragazzino, con la mia orchestrina, il sogno era arrivare a Trani a fare una festa della matricola, o un carnevale o un impossibile capodanno». Una serata piacevole, a tratti indimenticabile, nel segno di un personaggio che ha divertito diverse generazioni, accomunandole quanto a positività, ironia sottile, a volte neanche troppa e narrazione di un’Italia che è così, come dire, tutta un quiz.
Data: 5 Ago 2016
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