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“Putin, sto arrivando”: Checco Zalone approda in Russia con Quo Vado

“Putin, sto arrivando”: Checco Zalone approda in Russia con Quo Vado

“Putin, sto arrivando”: con la sua consueta ironia e sagacia Checco Zalone, al secolo Luca Medici, allerta il premier russo sulla propria pagina Facebook, anticipando la diffusione della pellicola “Quo Vado” anche sugli Urali. La produzione è stata realizzata da Medusa Film e Taodue, con un budget molto alto per un film italiano, che supera i 10 milioni di euro. Il film è stato girato in varie località italiane come Puglia (Conversano), Sardegna, Calabria, Lampedusa, Val di Susa e Villa Fogliano (Latina); e in Norvegia, a Bergen e Ny-Ålesund, presso la Base artica Dirigibile Italia del Consiglio nazionale delle Ricerche. In poche ore, migliaia di like e centinaia di commenti hanno invaso la pagina Facebook dell’istrionico artista di Capurso.

Nell’attesa del riscontro nelle sale cinematografiche russe, il trailer con il suo doppiaggio è uno spasso

La trama

Checco Zalone è un ragazzo che ha realizzato tutte le aspettative che aveva dalla sua vita: voleva vivere con i suoi genitori per evitare una costosa indipendenza e ci è riuscito; non voleva mai sposarsi ma essere eternamente fidanzato per evitare le responsabilità del matrimonio, e ce l’ha fatta; sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca, in cui timbra le licenze di cacciatori e pescatori. In questo modo Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia, quando il governo fa la riforma della pubblica amministrazione, riforma che ha una componente fondamentale nel voler risparmiare sui posti fissi, eliminandone molti. Convocato al ministero dalla spietata dirigente dottoressa Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o mantenerlo venendo messo in mobilità e trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro, quindi accetta il trasferimento.

Per convincerlo a dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa trasferire di volta in volta in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili, lontani e pericolosi, ma Checco si ambienta in ogni luogo e resiste a tutto, senza cedere alle offerte sempre più remunerative della Sironi, come consigliato dal suo idolo, il senatore Nicola Binetto. A un certo punto la Sironi, stanca, pur di farlo dimettere, lo fa trasferire al polo nord e in Norvegia, in una base scientifica italiana, con il compito di difendere i ricercatori dagli attacchi degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce la dottoressa Valeria Nobili, una ricercatrice che lavora lì, e si innamora di lei. Checco si ambienta alla estrema civiltà e al rigore verso le leggi tipiche del nord, e vi resta fino a quando, devastato dall’inverno norvegese, non decide di ritornare in Italia. Allora la Sironi, pressata dal ministro, lo trasferisce in Calabria. Checco vi si ambienta subito, porta Valeria e i suoi figli con lui e fondano insieme una clinica per animali, che però dura poco: senza fondi, Valeria decide di tornare in Norvegia e alla ricerca assieme ai figli. Dopo essere stato ritrasferito all’ufficio caccia e pesca della ex Provincia, ora città metropolitana, Checco riceve una chiamata da Valeria, che lo informa di essere in Africa e in attesa di un figlio di cui lui è il padre. Checco riesce a raggiungere Valeria in ospedale dopo aver incontrato una tribù di indigeni e avergli raccontato tutta la sua vita per convincere il capo della tribù a lasciargli continuare il suo viaggio. Dopo aver abbracciato la bimba, che chiamano Ines, Checco decide finalmente di rinunciare al suo tanto amato posto fisso, ma a patto che la Sironi gli versi un indennizzo di 50.000 euro. Checco, quindi, decide di continuare ad aiutare Valeria nei progetti umanitari e usa i soldi per inviare all’ospedale africano vaccini e medicinali.


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