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La Puglia dall’11 gennaio sarà in zona gialla

“Da domani tornano ad essere consentiti gli spostamenti tra Comuni.”
La Puglia dall’11 gennaio sarà in zona gialla

La Puglia a partire da domani, 6 dicembre, sarà in zona gialla. A stabilirlo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza.

Tornano dunque ad essere consentiti gli spostamenti tra i comuni e verso le regioni dello stesso colore. Anche i ristoranti e i bar potranno essere aperti al pubblico dalle 5 alle 18, accogliendo massimo quattro persone per tavolo, a meno che non si tratti di conviventi.

Zona gialla, cosa si può fare

Tra i tanti interrogativi dei pugliesi, c’è quello di voler sapere cosa è possibile fare all’interno della zona gialla.

Se il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino resta invariato, durante le restanti ore è possibile muoversi liberamente all’interno della propria regione.

Emiliano: “Se potete restate a casa”

Ad essere cauto, invece, è il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha affidato i suoi pensieri a un lungo post Facebook. Queste le sue parole:

“Rivolgo dunque l’appello di lavorare e studiare da casa a tutti coloro che possono fare a meno di uscire di casa e che possono operare a distanza attraverso la tecnologia. E di non uscire se non per stretta necessità. In particolare rivolgo un appello a tutto il mondo della scuola perché non spinga le famiglie ad andare a scuola in presenza. La mia non è una crociata contro la didattica in presenza, che anche per me e senza alcun dubbio è preferibile a quella a distanza. Capisco di avere preteso molto dai valorosi insegnanti pugliesi chiedendogli di seguire nello stesso momento sia gli studenti in presenza in classe, sia quelli a casa attraverso il computer. Voglio ringraziarli per questo sforzo senza del quale non avremmo potuto far abbassare i contagi scolastici che dopo il 24 settembre si erano moltiplicati a dismisura. Abbiate pazienza, in questo momento non è possibile avere l’ottimo e dobbiamo accontentarci del meglio possibile, dando priorità alla salute senza pregiudicare del tutto la didattica. Comporre questo mosaico di punti di vista e di interessi diversi è difficile e l’ho imparato sulla mia pelle leggendo i vostri commenti sui social. Ma non posso prendere decisioni senza scontentare tanti. Devo farlo nell’ambito di poteri residuali che non mi consentono di sostituirmi al governo che vuole tutti in presenza, ma al massimo di mitigare questa scelta. In questo quadro la nostra decisione è improntata a banalissima prudenza: se in questo modo dovessimo salvare anche un solo nonno/nonna o una sola insegnante o un papà/mamma con malattie che lo rendono fragile, avremmo già raggiunto il nostro scopo. Le aule italiane medie sono piccole, anguste, piene zeppe di bambini, con insegnanti e personale scolastico anche in età a rischio. Col freddo pungente di questi giorni non sarà neanche possibile aprire le finestre e il pericolo di una saturazione dell’aria da parte dell’eventuale virus sarà altissimo. Ecco perché chiedo a tutte le famiglie che possono gestire da casa la didattica dei propri figli di preferirla a quella in presenza. Ma so anche – perché la realtà della vita è più complessa di quanto immaginiamo – che esistono famiglie che non possono gestire la didattica da casa. Non per fatue ragioni militanti a favore o contro la DAD, ma per necessità. Queste famiglie sono costrette a mandare i loro figli a scuola in presenza perché non hanno alternativa. A queste famiglie i dirigenti scolastici devono fornire supporto per fargli fare le domande di didattica in presenza. È invece irresponsabile incoraggiare la scelta della didattica in presenza per gli studenti che potrebbero rimanere a casa. I nostri bambini devono essere preservati dal rischio di ammalarsi o peggio ancora di far ammalare le persone che amano. È per questo che ho chiesto ai Dirigenti Scolastici di valutare in modo attento le istanze delle famiglie di mandare i loro figli a scuola in presenza. Senza criteri rigidi, secondo la logica della alleanza scuola-famiglia, essi dovranno consigliare per il meglio ogni famiglia. Senza fretta e senza patemi d’animo. Nei prossimi giorni vedremo quanti studenti hanno chiesto la didattica in presenza e verificheremo se saremo stati capaci di valutare – con rispetto della privacy di ciascuno – le necessità di ogni studente nell’ambito della alleanza scuola famiglia senza sovraffollare le classi. Speriamo di superare anche questa prova nel migliore dei modi”.


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