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La Puglia è la seconda regione per la coltivazione di prodotti bio

“Le superfici coltivate a biologico sono aumentate del +4,5%.”
La Puglia è la seconda regione per la coltivazione di prodotti bio

Ai tanti riconoscimenti già ottenuti dalla Puglia, se ne aggiunge un altro: quello di essere la seconda regione più bio d’Italia.

A darne notizia Coldiretti Puglia in seguito ai dati presentati al Salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna. Durante questo evento, è infatti emerso che nel 2018 il Tacco d’Italia abbia avuto un costante aumento di superfici coltivate a biologico, che confermano la forte espansione di questo segmento nell’area del lifestyle. Nella città emiliana, fino al 9 settembre, è stato presente per la prima volta il mercato di Campagna Amica degli agricoltori biologici italiani provenienti da tutta Italia per consentire di far conoscere i prodotti bio dei diversi territori italiani, dalle specialità sopravvissute al sisma a quelle salvate dal rischio di estinzione, ma ci sono anche le eccellenze del Made in Italy e le innovazioni green.

Perché è richiesto il biologico

Durante le giornate della Fiera, è emerso, come spiegato dal presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia che in Puglia si sta sempre più assistendo a un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre continua l’aumento dei consumi, delle ditte di trasformazione e di tutti quei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come ad esempio agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati, per un amento totale dell’81%.

La svolta bio interessa tutti i comparti agricoli su una superficie di 264mila ettari coltivata a biologica, con una incidenza del 20% sul totale nazionale e 9.275 operatori biologici, dove più marcata è la scelta bio per l’olivo con 74mila ettari di superificie, cereali con 55mila ettari, colture foraggere con 29mila ettari, la vite con 17 mila ettari di superficie coltivata.

L’imprenditore biologico, inoltre, spunto dalla continua richiesta di prodotti freschi e di stagione, stimola l’imprenditore biologico ad alcune ulteriori forme di contatto con il consumatore, i cui timori, si sono tramutati in una continua e crescente richiesta di garanzia di qualità e su maggiori informazioni sui differenti metodi di produzione.


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