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Nella giornata di ieri l’Università degli Studi di Bari ha ospitato il Premio Nobel per la chimica Dubochet. Lo scienziato svizzero Jacques Dubochet ha tenuto infatti una lectio magistralis agli studenti del corso di laurea in Scienze Biomediche. Dodici mesi fa fu insignito dell’ambitissimo riconoscimento a Stoccolma per l’osservazione criogenica in laboratorio con due colleghi. Da quanto ha raccontato uno dei principali segreti per il successo è non prendersi troppo sul serio.
Il Premio Nobel Jacques Dubochet ha raccontato l’importanza di aver incontrato nel suo percorso accademico il professor Edouard Kallenberger che dal nulla stava creando l’ingegneria biologica molecolare. Così iniziò a dedicarsi alla biologia e alla microscopia. Inizialmente dislessico, somaro, fu un pessimo studente e a 16 anni venne cacciato da scuola: oggi è un Premio Nobel. La sua lezione ha fortemente affascinato i ragazzi che hanno affollato l’aula magna del dipartimento di Bioscienze in cerca di ispirazione, considerando che il Nobel è arrivato per Dubochet a 70 anni.
L’Università si è preparata ad accogliere l’ospite con tutti gli onori all’interno dei dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica del Campus Universitario di Bari. Il tema della sua lezione è stato “A Nobel Prize for electron cryo-microscopy: how and what for”. L’illustre ospite è stato presentato dalla professoressa Susanna Cotecchia, docente di Farmacologia del Dipartimento. Ad apertura dell’evento il rettore dell’Università di Bari, Antonio Felice Uricchio insieme alla professoressa Maria Svelto, direttore del Dipartimento hanno portato il saluto della comunità accademica e del dipartimento stesso.
Lo scienziato Dubochet ha ricevuto il Nobel in Chimica nel 2017 con altri due colleghi, l’americano Joachim Frank ed il britannico Richard Henderson per i lavori effettuati nell’ambito della microscopia crioelettronica. I tre studiosi hanno sviluppato una tecnologia con la quale è possibile osservare i campioni biologici al microscopio senza doverli disidratare o senza usare prodotti che li denaturano. La tecnica consiste nel verificare l’acqua dei campioni congelandola così velocemente da non consentirle la cristallizzazione.
Data: 9 Ott 2018
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