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Policlinico di Bari, eseguito doppio trapianto di reni

“L'intervento ha permesso di salvare due vite, una a Bari e una a Palermo.”
Policlinico di Bari, eseguito doppio trapianto di reni

L’emergenza coronavirus non ha di certo sospeso gli altri problemi di salute. Proprio per questo motivo al Policlinico di Bari è stato eseguito in totale sicurezza un doppio trapianto di reni.

Questo intervento, quindi, ricorda come i medici continuino a operare anche al di fuori dei reparti coinvolti per la cura del Covid-19. Le due operazioni, che si sono tenute lo scorso sabato 28 marzo, hanno permesso di salvare due vite: una nel capoluogo pugliese e l’altra a Palermo.

Come da tradizionale procedura, anche questa volta il Centro Regionale Trapianti ha messo in moto la macchina organizzativa effettuando un prelievo multiorgano (che ha interessato fegato e reni) all’ospedale Panico di Tricase.

Idoneità degli organi e procedure anti Covid-19

Dopo il trasporto al Policlinico di Bari, è stato effettuato il trapianto di entrambi i reni su una donna di 64 anni di Bari, mentre il fegato, come anticipato, è stato donato per il trapianto all’Ismett di Palermo. Ad eseguire l’intervento, nelle cliniche chirurgiche del padiglione Rubino, è stato il prof. Michele Battaglia.

L’idoneità degli organi è stata invece certificata dall’anatomia patologica dell’ospedale Panico che ha eseguito anche i tamponi orofaringei e il prelievo BAL per escludere un’infezione dal virus SARS-Cov-2 nel donatore, un uomo di 75 anni deceduto. Il tampone, inoltre, è stato eseguito anche sulla donna che ha ricevuto il rene.

Il direttore Giovanni Migliore, ha poi spiegato attraverso una nota stampa come la struttura a padiglioni del Policlinico di Bari abbia consentito di separare il Covid hospital dagli altri reparti, distinguendo così i percorsi di accesso e riducendo i rischi di contagio. In questa maniera, ha ricordato Migliore, si garantisce a tutti i professionisti dell’ospedale di continuare ad assicurare interventi di elevata specializzazione, proprio come avviene nel caso dei trapianti.

La speranza, ha concluso il coordinatore del Centro Regionale Trapianti, il prof. Loreto Gesualdo deve essere l’ultima a morire.


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