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Pino Pascali rappresenta, nonostante i suoi soli 33 anni di vita, la dimostrazione di come la Puglia valorizzi e sia fonte di energie artistiche spesso inaspettate, capaci di travolgere per bellezza e originalità. Nato a Bari da genitori provenienti da Polignano a Mare, è ritenuto dalla grande mole dei suoi ammiratori probabilmente il maggiore creativo pugliese del Novecento, sicuramente il più celebre a livello mondiale, maestro dell’arte povera.
Nato nel ‘35, i suoi successi arrivano in fretta e sono subito riconosciuti per impatto e maestria. A Roma frequenta l’Accademia delle Belle Arti, prendendo poi lezioni dal pittore e poeta Toti Scajola. È la RAI a contattarlo come scenografo, rete televisiva per cui realizzerà caroselli, spot e sigle, oltre che plastici e disegni, mentre nel tempo libero sperimenterà continuamente nuove espressioni artistiche.
È presso la celebre galleria La Tartaruga che avrà modo di esporre la sua prima personale, sempre a Roma, imponendosi in brevissimo tempo all’attenzione di alcuni dei maggiori critici d’arte nazionali tra cui Vivaldi, Calvesi, Bucarelli, a cui si aggiungevano galleristi di fama indiscussa come Sargentini, Sperone e Iolas che avrà modo di presentare Pino Pascali a Parigi nel 1968. È nello stesso anno che esporrà per la trentaquattresima Biennale di Venezia. Tuttavia, nello stesso anno perderà la vita, investito da un’auto mentre era in moto.
Deceduto all’apice della sua fama, Pino Pascali ricevette postumo il Premio internazionale per la Scultura. Questa era tuttavia solo una delle forme con cui il creativo pugliese era solito esprimersi, scenografo e performer, dimostrandosi sempre capace di generare immagini originali a partire da simboli culturali tipici del Mediterraneo mescolandoli con il concetto di gioco e avventura. Lapidario, sintetico, risponde con fierezza alla moda del tempo, rappresentata dalla pop art americana, più minimale. È uno dei precursori dell’arte povera, gettando le basi per quelle che divennero le tipiche opere concettuali rappresentative degli anni ’70.
Le opere dell’artista vennero raccolte nel 1998 nel Museo Pino Pascali, realizzato a Polignano a Mare. Divenne Fondazione Pino Pascali nel 2010 con sede in un ex mattatoio restaurato, a strapiombo sul mare, esattamente dove lo scultore aveva sempre sognato di vivere. Qui è possibile scoprire le espressioni artistiche più eclettiche, sempre seguendo la linea dettata dal maestro, puntando all’avanguardia e alla modernità. Non un caso che nel 2013 sia riconosciuta come Migliore Fondazione d’Arte Contemporanea d’Italia.
Data: 12 Lug 2018
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