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Pietra Rovente di Egnazia, miracolo o suggestione?

“Tante sono le ipotesi circa la reale storia di questa antica leggenda.”
Pietra Rovente di Egnazia, miracolo o suggestione?

Conosciuta principalmente come la ‘Pompei della Puglia’, l’antico centro di Egnazia, a pochi chilometri da Fasano, è un luogo ricco di tradizioni e misteri.

Un tempo città ricca e prosperosa sulle sponde del Mare Adriatico, Egnazia è poi scomparsa improvvisamente (da qui l’identificazione con Pompei) nel VI secolo d.C. Oggi, gli scavi effettuati in questa zona sono considerati tra i più importanti del sud Italia.

Scopri di più su: Gli scavi archeologici di Egnazia, la storia della Pompei della Puglia

Tra le ricostruzioni sulle diverse civiltà che si sono susseguite sul suo territorio, è emersa un’affascinante storia, quella della Pietra Rovente di Egnazia la cui presenza sembrerebbe essere stata confermata anche da alcuni degli autori più autorevoli della letteratura latina, come Orazio e Plinio il Vecchio.

La storia della Pietra di Egnazia

Pare, infatti, che nel centro della città (oggi visibile nelle sue rovine), ci fosse un’ara votiva dedicata alla protettrice del luogo, la ninfa Egnatia e che, di fronte al suo omaggio, ci fosse un’incredibile pietra, le cui proprietà affascinavo chiunque la vedesse senza che nessuno riuscisse a dare una risposta.

Pare, infatti, che questo oggetto bruciasse senza che qualcuno appiccasse la fiamma. Molti, non riuscendo a spiegare scientificamente questo fenomeno, ne erano tanto affascinati quanto spaventati, tanto da evitare quanto più possibile il luogo.

Il pensiero di Orazio

Di diversa idea era il poeta Orazio, che, sebbene non abbia verificato di persona la presenza di questa pietra, non ha mai urlato al miracolo, descrivendo i sacerdoti di Egnazia come quattro furbi dall’aria ieratica, con vesti esotiche e ornamenti strani, il tutto fatto, secondo l’autore, per chiedere offerte consistente ai fedeli curiosi. L’ipotesi più accreditata dal poeta è stato quindi che la pietra sia stata resa rovente da carboni sottostanti, alimentati di nascosto ogni mattina.

Queste le parole del poeta nei suoi Sermones

«… poi Egnazia,
costruita conto la volontà delle ninfe, ci offrì di che ridere e scherzare,
mentre voleva farci credere che l’incenso si consumasse da se, senza
fiamma sulla soglia del tempio. Lo creda pure il giudeo Apella,
io no: infatti so che gli dei conducono una vita senza affanni,
e, se la natura fa qualcosa di straordinario, gli dei irati
non fanno scendere ciò dall’alto tetto del cielo.
Brindisi è la fine di lunghi racconti e viaggi.»

Un’altra conferma di questa misteriosa leggenda è data anche da Plinio il Vecchio, il quale riporta in maniera oggettiva quanto raccontato dagli altri. Sebbene tante siano le storie tramandate su questa Pietra Rovente di Egnazia, ciò che è certo è che la stessa sia stata un punto di attrazione per tante persone.

Sebbene in molti continuino a cercarla tra le rovine, al momento tutto sembra continuare a tacere. Chissà se in futuro non possano esserci importanti aggiornamenti a riguardo…


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