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Per la prima volta sullo schermo sarà possibile ascoltare le parole, raccontate da Ruggero Cappuccio e pronunciate da Paolo Borsellino al CSM.
Il film documentario Palo Borsellino,Essendo Stato in scena al Teatro Impero di Trani il prossimo 6 febbraio offre agli telespettatori uno spaccato della vita del giudice palermitano sospeso tra la realtà urbana e l’armonia perduta della Sicilia.
Il tritolo e l’infanzia, il palazzo di giustizia e la spiaggia, il campo di calcio dove giocava da ragazzo con Giovanni Falcone, costituiscono la narrazione visiva di Paolo Borsellino che ricostruisce la propria vita di uomo e di magistrato sul confine tra la vita e la morte.
Ad essere raccolta sarà la testimonianza del 31 luglio del 1988, quando il giudice palermitano denunciava con forza davanti al CSM l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Borsellino parla per oltre 4 ore con straordinaria e diretta lucidità. Minacciato dall’ombra di imminenti provvedimenti disciplinari, il magistrato parlò per quattro ore di fila: dalle dieci alle quattordici. Nel pomeriggio fu invece ascoltato Falcone.
Alcuni dei brani di queste audizioni tesissime, mai prima d’ora rese pubbliche integralmente, saranno raccontate in Paolo Borsellino Essendo Stato, il film documentario di Ruggero Cappuccio. Parte del lavoro, inoltre, è articolato attraverso le immagini del repertorio Rai e degli interventi del Procuratore Nazionale Antimafia, il dott. Franco Roberti.
Davanti al CSM, dunque, i due magistrati affrontano con chiarezza i delicatissimi temi inerenti l’assegnazione delle indagini, l’inserimento nel pool di nuovi giudici senza l’adozione di criteri di sicurezza, l’affidamento di procedimenti sulla criminalità mafiosa a magistrati estranei al pool.
È proprio dalle loro parole che iniziano ad emergere i complessi scenari che fanno da sfondo alle indagini su tutto il fenomeno mafioso, al quale bisognerà aggiungere lo spirito del sacrificio di chi, pur accerchiato e consapevole delle occulte relazioni tra criminalità organizzata e Stato deviato, ha deciso di non arretrare.
Come a tutti noto, Giovanni Falcone sarà ucciso quattro anni dopo le sue dichiarazioni, il 23 maggio 1992 e Paolo Borsellino 57 giorni dopo di lui, in via D’Amelio a Palermo. Il lavoro di Cappuccio parte proprio da lì, da via D’Amelio e poi vede dilatare il suo singolare residuo di tempo in un intenso film documentario.