La rivista statunitense National Geographic è tornata a interessarsi della Puglia. Questa volta a comparire tra le pagine del periodico sono Bari e Canosa di Puglia, con tutti personaggi che quotidianamente si aggirano tra le vie delle città.
L’inserzione dei viaggi del National Geographic ha dedicato il servizio fotografico di Reed Young all’art director Antonio Piccirilli e della creative director Giulia Barcaro.
Nell’articolo sono state illustrate 16 foto differenti con l’obiettivo di raccontare e far conoscere tutti i personaggi caratteristici che tutti sono abituati a incontrare per le vie della città.
Tutte i personaggi raccontati nel National Geographic
Ecco tutte le storie raccontate nell’articolo:
- Vito Guerra, che con figli e nipoti allieta le strade della città;
- Antonio Cerino che con il suo abito elegante legge il giornale;
- Rosanna, la figlia della prima stilista barese Betta;
- Peppino Prudente, il fattorino del forno più vecchio di Bari;
- i tappeti di Rupen Timurian, discendente di uno degli armeni esiliati che arrivarono a Bari nel 1920;
- Andrea, il prete ortodosso della Basilica di San Nicola;
- la libreria indipendente di Isabella;
- Miah “Ciok Ciok”, l’intrattenitore arrivato direttamente dal Bangladesh che destina i soldi dei suoi spettacoli al pagamento degli studi di Economia del figlio a Londra;
- Maria delle sgagliozze, così conosciuta perché è solita vendere questa prelibatezza di fronte alla sua abitazione;
- Rinaldo, il cantante di via Sparano che sopravvive grazie alla pensione della madre;
- il dj dei gloriosi anni ’80 Piero Di Ciò;
- Maria, sarta da ben 70 anni;
- Angela Ladisa e il suo cane Luna in attesa del marito;
- Mariellina Lorusso Cipparoli che a 97 anni possiede una raccolta di oltre 400 statue di cavalli;
- il professor Vittorio Marzi che coltiva ben 350 varietà di rose all’interno del suo giardino;
- Froukjie Van der Harst, la donna olandese che per amore si è trasferita a Canosa di Puglia e che ora tiene lezioni di inglese per anziani nel capoluogo.
Foto: Reed Young per National Geographic