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Le origini di Nardò affondano nell’antichità quale centro messapico e poi municipium romano con il nome di Neretum. Fu sede di vivaci fermenti culturali nel XVIII secolo, e parte attiva delle vicende risorgimentali. Il secondo centro abitato della provincia, dopo Lecce, è noto per i suoi gioielli di architettura barocca.
In posizione centrale, si trova la caratteristica piazza Antonio Salandra, circondata da edifici barocchi, tra questi il Palazzo della Pretura, ricostruito dopo il terremoto del 1743 che distrusse gran parte degli edifici storici. Inserita nella facciata si trova la torretta dell’orologio, anch’essa ricostruita, nel 1882 l’orologio fu dotato di un nuovo meccanismo a corda; tuttoggi vi è un addetto che giornalmente provvede a caricarlo.
Adiacente a piazza Salandra vi è piazza S. Domenico, con l’omonima chiesa, anch’essa ha avuto una prima edificazione cinquecentesca per poi essere ricostruita dopo il terremoto. La facciata è divisa in due ordini, il primo è ricco di colonne, figure umane e cariatidi, il secondo ordine risulta molto più semplice nelle forme. L’interno aveva in origine forma basilicale a tre navate, successivamente è stato trasformato a navata unica con tre cappelle per lato. Al fianco della chiesa di San Domenico vi è il convento dei domenicani. Sempre in piazza San Domenico si trova la Guglia dell’Immacolata, voluta dalla popolazione dopo il violento terremoto del 743, è alta 19 metri a forma piramidale in stile barocco. Sul basamento della guglia sono poste le statue di San Giuseppe, Sant’Anna, San Gioacchino e San Domenico mentre sulla punta vi è la statua dell’Immacolata.
Prendendo da piazza Salandra via Duomo, si giunge nei pressi della Cattedrale, intitolata a Santa Maria Assunta e fondata dai monaci Benedettini intorno al 1090. La cattedrale fu costruita sopra ad un precedente luogo di culto basiliano, attualmente ha forme romaniche che le sono state restituite durante l’ultimo importante restauro terminato all’inizio del XX secolo. L’interno è ad impianto basilicale a tre navate, numerosi sono gli affreschi ancora presenti alle pareti e molto interessante è il crocifisso, detto il Cristo Nero, per la colorazione datagli dal legno di cedro.
Il Castello Acquaviva risale alla seconda metà del XV secolo, inizialmente era circondato da un profondo fossato ed aveva un torrione per ogni angolo; alla fine del XIX secolo subì notevoli rifacimenti per essere trasformato in abitazione civile, attualmente all’interno del castello è ospitato il municipio.
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