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È DOP (Denominazione di origine protetta) anche la mozzarella pugliese di Gioia del Colle, non solo quella campana. A stabilirlo è il TAR del Lazio, che così chiude definitivamente la diatriba, iniziata nel 2017, tra gli allevatori campani e quelli pugliesi. I primi, infatti, avevano avanzato una querela, contrari ad essere spodestati del monopolio del marchio DOP e a doverlo, quindi, condividere con quello della mozzarella di origine barese, lavorato nell’altopiano delle Murge.
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La questione viene chiusa con un ex equo tra Puglia e Campania. La terra del Vesuvio vanta la mozzarella di bufala, specialità che nessuno intende sottrarle. Ed è proprio qui la questione. I due prodotti sono diversi per origine e lavorazione, per questo nessun contenzioso ha ragione di sussistere tra due prelibatezze meridionali.
Il dibattito sul latticino più amato al mondo, aveva coinvolto anche i Presidenti delle due Regioni, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. La decisione del TAR del Lazio, allora, ha definitivamente chiarito il principio per cui sono i dettagli a fare la differenza e questo ben lo sa chi ha un palato prelibato. La mozzarella campana, infatti, deriva dalla lavorazione del latte di bufala, mentre quella murgiana esclusivamente, come da tradizione da quello di vaccina.
Con il termine “mozzarella” si identifica il prodotto derivante da una precisa lavorazione, che però, come anticipato, varia per modalità e materia prima utilizzata. A chiarire ogni differenza sulle due mozzarelle è Confagricoltura Bari che specifica le norme, tramandate nella storia, a cui si adegua la mozzarella di Gioia del Colle.
Sono necessari 150 ore di pascolo all’anno e soprattutto un’alimentazione della vacca basata, rigorosamente, su prodotti locali quali erbe e fieno. Bocciata dall’associazione barese, infine, qualsiasi utilizzo di fermenti lattici e acido citrico che non rispetterebbe la tradizione, ma soprattutto stravolgerebbe il gusto autentico della mozzarella murgiana.
Data: 6 Ago 2018
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