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A Mesagne scoperte tombe medievali: anche madre e figlio abbracciati

“Il sorprendente rinvenimento aiuta a comprendere come sia stata realizzata l'antica città messapica.”
A Mesagne scoperte tombe medievali: anche madre e figlio abbracciati

A Mesagne rinvenuti tesori inestimabili risalenti al Medioevo. La sorprendente scoperta è avvenuta in piazzetta Sant’Anna dei Greci, nel cuore del centro storico della città durante i lavori di scavo per la nuova rete idrico-fognaria dell’Acquedotto Pugliese in atto nei giorni scorsi.

A rivedere la luce dopo più di mille anni sono state cinque tombe di epoca basso medievale e delle fondamenta appartenenti probabilmente alla chiesa bizantina di Sant’Anna dei Greci. Ogni reperto è stato raccolto per poter essere analizzato con attenzione nei laboratori della Soprintendenza archeologica di Taranto.

Rinvenute cinque tombe del Basso Medioevo

A commuovere per la fisionomia degli scheletri ritrovati all’interno del sepolcreto sono stati in particolar modo quelli di una madre e di un figlio abbracciati tra loro, quest’ultimo poggiato sul grembo della donna supina sul fianco destro. Nella tombe sono stati rivenuti anche due uomini con delle monete tra le mani e una donna che indossava orecchini.

A proposito del sepolcreto con madre e bimbo, Mimmo Stella, consulente della valorizzazione delle aree archeologiche di Mesagne, ha voluto suggellare la scoperta con le seguenti parole:

“Un’immagine struggente che conferisce un valore emotivo rilevante a questo nuovo ritrovamento. L’impegno scientifico e operativo, necessari per valorizzare un simile scrigno, è supportato da un contesto suggestivo, pronto ad accoglierlo”.

Mesagne riscopre la sua storia dopo più di mille anni

Leggendo la stratigrafia risalente al Basso Medioevo è possibile comprendere come è avvenuta la realizzazione dell’antica città messapica. Il ritrovamento di questi reperti archeologici rappresenta, quindi, un avvenimento importante per la ricostruzione di un pezzo di storia databile tra il XIII e il XV secolo, così come confermato dall’archeologa Annalisa Biffino, direttrice scientifica degli scavi, e Maria Piccarreta, soprintendente dei beni archeologici di Brindisi, Lecce e Taranto.

A bloccare gli scavi è stata l’archeologa Adele Barbieri dello Studio consulenza archeologica di Ugento. Con loro anche Antonio Carbonara, ingegnere dell’Acquedotto Pugliese e i responsabili della ditta esecutrice dei lavori che non hanno potuto far altro che dimostrarsi pazienti e disponibili.

Ultimo, ma non per importanza, l’entusiasmo espresso dal sindaco Mattarelli che ha voluto sottolineare la ferma volontà di offrire la massima collaborazione del Comune, ben consapevole di quanto gli scavi eseguiti nel centro storico siano sempre in grado di restituire alla città brindisina tracce incredibili del suo antico passato.


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