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Tra i suggestivi luoghi di culto pugliesi è impossibile non citarne uno di particolare bellezza e suggestione: quello della Madonna della Grotta di Ortelle.
Questa cripta, presente nel Salento sud-orientale, sembrerebbe avere delle origini assai remote, addirittura appartenenti al Duecento. Se all’esterno la Madonna della Grotta si presenta come una tipica struttura medievale, la vera meraviglia avviene non appena si varca il suo ingresso.
Completamente ricavata da un banco di roccia tufacea, l’edificio si presenta a tre navate tra loro suddivise da altrettante arcate. Sebbene resti poco della sua costruzione originaria, ad essere ancora visibile è il piccolo campanile, collocato sulla facciata meridionale.
L’ingresso alla cripta, alla periferia del centro abitato di Ortelle, è caratterizzato da due scale in corrispondenza di ognuno dei due ingressi, ed ha un vano rettangolare, scavato nella roccia, con due grossi pilastri centrali che sorreggono una volta piana e tre absidi, anche queste scavate, che permettono l’accesso ad una pianta a tre navate.
Ciò che colpisce principalmente non appena entrati all’interno della cripta della Madonna della Grotta sono sicuramente i suoi affreschi, presenti in molte delle pareti della struttura. Questi dipinti, però, sono più recenti rispetto alla nascita dell’edificio e appartengono al XVII e XVIII secolo che hanno sostituito quelli più antichi.
Oltre ai diversi dipinti, all’interno della cripta della Madonna della Grotta erano presenti quattro diversi altari: uno, al centro, raffigurante la Vergine delle Grazie, a sinistra uno con Sant’Eligio con le storie della sua vita, i Santi Medici a destra, e quello scomparso di Santa Chiara, una volta presente sulla zona antistante della navata destra. Al posto di quest’ultimo, oggi è presente un affresco di incredibile fascino, quello della Trinità con gli Angeli.
Imperdibile è anche il dipinto dell’Eterno Padre con le braccia protese al cielo trapunto di stelle in compagnia di una colomba e dello Spirito Santo affiancato dai due angeli.
Foto: FAI
Data: 29 Gen 2021
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