Home » Puglia Blog »
Riuscire a strappare una risata in qualsiasi circostanza e ininterrottamente da anni è un dono e un’arte rara, e Lino Banfi ha avuto modo di confermarsi un vero maestro in questo. All’anagrafe della città di Andria registrato con il nome di Pasquale Zagaria, ha avuto modo di divenire uno degli attori, conduttori e comici più amati del piccolo schermo, ritenuto tra i fondatori della tipica commedia all’italiana, spensierata e sensuale allo stesso tempo, tipica degli anni Settanta e Ottanta.
Contenuto
Nato nel 1936 alle pendici di Castel del Monte, si trasferisce sin da piccolissimo a Canosa di Puglia, dove ha modo di vivere fino al raggiungimento della maggiore età. Grazie a una famiglia profondamente cattolica prova l’esperienza del seminario, tuttavia l’impulso da showman è troppo forte, portandolo dapprima sulle scene delle feste di paese e in seguito a Milano, dove emigra a 18 anni, nel 1954. Nasce l’esperienza di Lino Banfi come attore di varietà, entrando nella compagnia di Arturo Vetrani e portando con sé la tipica simpatia pugliese che lo ha sempre contraddistinto, con detti e modi di dire canosini, incentrando così la sua comicità sul suo modo di parlare caratteristico e sulle movenze esplicite e sovraccariche.
Il primo pseudonimo di Pasquale Zagaria fu Lino Zaga, ma fu Totò stesso a suggerirgli di cambiare percorso, poiché riteneva che nel mondo dello spettacolo portasse fortuna abbreviare i nomi ma succedesse il contrario se ad essere accorciato fosse il cognome. A dare vita al nome Lino Banfi fu lo stesso impresario dell’attore, prendendo spunto da quello di un alunno conosciuto lavorando come maestro elementare.
Trasferitosi a Roma nel 1964, giunge la possibilità di partecipare sul piccolo schermo grazie al programma Biblioteca Rai Uno, dove svolge il ruolo di valletto recitando battute in pugliese. Segue Speciale per Voi, dove grazie al supporto di Renzo Arbore ha modo di mettersi in mostra. Il mondo del cinema lo accoglie nel 1960 grazie al film Urlatori alla sbarra, con una piccola parte, e nel 1964 partecipa anche alle opere di Franco e Ciccio ed Enrico Montesano. È nel 1973 che ottiene l’atteso successo, recitando come protagonista nella pellicola intitolata Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia. La sua attività come showman continua instancabile, occupando il piccolo schermo come conduttore nel 1977 grazie ad Arrivano i mostri.
A fianco di Mario Carotenuto, Gianfranco D’Angelo, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Edwige Fenech, Gloria Guida, Ennio Antonelli, Jimmy il Fenomeno e Nadia Cassini dà vita alla commedia sexy all’italiana, con un numero incredibile di film capaci di ottenere un successo sempre maggiore come La liceale nella classe dei ripetenti, L’onorevole con l’amante sotto il letto, La moglie in bianco… L’amante al pepe, L’infermiera di notte, L’insegnante va in collegio, L’insegnante viene a casa, L’insegnante balla… Con tutta la classe e altri. La fama ottenuta si riflette anche nel mondo televisivo, conducendo così negli anni ’80 Domenica In e Stasera Lino, affiancando poi Renzo Arbore nel 1990 alla conduzione de Il caso Sanremo.
I più giovani hanno modo di scoprirlo in qualità di Nonno Libero Martini nella fiction Rai Un Medico in Famiglia, con un personaggio assolutamente diverso dai precedenti e ottenendo un punteggio elevatissimo in termini di ascolti e gradimento. Da allora il mondo del cinema, della tv e dell’avanspettacolo ha modo di ospitarlo instancabilmente, divenendo uno degli attori italiani più apprezzati da tutte le generazioni.
Sposato sin dal 1962 con sua moglie Lucia da cui ha avuto due figli, già nominato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, dottore in Scienze della Comunicazione in honoris causa e più recentemente nella commissione italiana per l’UNESCO, Lino Banfi non ha mai smesso di far ridere e pensare, confermandosi uno dei maestri pugliesi della recitazione e dell’intrattenimento.
Scopri di più su: Lino Banfi nella commissione italiana per l’Unesco
Data: 30 Ott 2018
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link all'articolo.