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Tra i legumi ricchi di proteine, le lenticchie, soprattutto quelle italiane, si caratterizzano come quelli più pregiati. In particolare la Lenticchia di Altamura è celebre per la sua bontà, grazie all’Associazione di Tutela e Valorizzazione della Lenticchia di Altamura è stato possibile infatti avviare il processo per il riconoscimento della IGP, l’Indicazione Geografica Protetta, ottenuto nel 2017.
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La sua ascesa a livello commerciale, partita negli anni Trenta, vede questo prodotto passare dalla semplice economia agricola familiare, fino ad un percorso di esportazione che la porterà ad essere protagonista dei mercati più importanti. Esportata sin da quegli anni in Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Canada e Australia, questa lenticchia ha consentito un importante risollevamento a livello economico, sia nella stessa città che nell’intero territorio compreso nell’ambito della fossa pre-murgiana, una zona vocata per le sue particolari caratteristiche a livello climatico e territoriale, alla produzione di questo legume.
La Lenticchia di Altamura è un legume ricco di proprietà: in particolare ogni 100 g di prodotto contiene un 25% di proteine, un 8% di fibre, un 2% di grassi, un 6% di ferro e numerose proprietà salutari, in particolare sono altissime le percentuali di ferro contenute in questo legume. Queste speciali lenticchie pugliesi infatti sono ricche di fibre, sali minerali e vitamine ma sono povere di grassi, per questo vengono considerate sin dall’antichità la carne dei poveri. Elevato il contenuto di fibre in queste lenticchie, che favorisce il funzionamento intestinale che consente di controllare il livello di colesterolo nel sangue. Indicatissime nella prevenzione dell’arteriosclerosi in quanto i grassi contenuti in queste sono insaturi, ma in particolare queste lenticchie sono speciali perché contengono isoflavoni ovvero delle sostanze che favoriscono la pulizia dell’organismo. Le loro proprietà antiossidanti agiscono inoltre contro gli inquinanti a cui siamo costantemente sottoposti. La tiamina presente nelle lenticchie favorisce i processi di memorizzazione e la vitamina PP favorisce l’equilibrio del sistema nervoso, con un’azione antidepressiva e antipsicotica.
La lenticchia di Altamura è rinata nel corso degli ultimi anni grazie all’impegno di alcuni commercianti del territorio che hanno avviato una collaborazione con le altre realtà territoriali e gli agricoltori. Nella fossa premurgiana sono piacevoli da vedere i fiorellini bianchi di questa antichissima produzione.
La Lenticchia di Altamura è diventata ad Indicazione Geografica Protetta dallo scorso 2017, quando è avvenuta l’ufficializzazione con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 337 con l’iscrizione della denominazione Lenticchia di Altamura nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette. Una vera e propria vittoria per gli agricoltori e per le cooperative agricole che si occupano della lavorazione delle sementi, per i grossisti e per gli stessi consumatori. Un valore aggiunto per supportare un prodotto che si coltiva non solo nell’agro di Altamura ma nel resto dell’area appulo-lucana, con i paesi di Ruvo di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola, Corato, Andria, Gravina in Puglia, Poggiorsini, Cassano, Santeramo, Montemilone, Genzano di Lucania, Palazzo San Gervasio, Irsina, Tricarico, Matera, Banzi, Forenza e Tolve.
Data: 27 Apr 2018
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