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Leggende di Santa Maria di Leuca, dalla dea Minerva ai fantasmi

“Sirene, dee, streghi e fantasmi sono i protagonisti delle leggende di Santa Maria di Leuca.”
Leggende di Santa Maria di Leuca, dalla dea Minerva ai fantasmi

Santa Maria di Leuca, la fine del mondo per ogni italiano e pugliese DOC, dove la terra lascia il posto al mare e all’immensità del sud. Riconosciuta come De Finibus Terrae, dove tutto ha inizio e compimento, è una location ricca di amenità e fascino, capace di stagliarsi su un panorama memorabile e di accogliere al suo interno non solo un gran numero di turisti ma anche una serie di particolari leggende che ne arricchiscono il folklore locale.

La sirena e gli innamorati

La storia più celebre è legata a quella che è l’origine della città, che vede coinvolti un pastore, la sua amata e una sirena gelosa del loro idillio, Leucasìa. Invidiosa della relazione tra i due giovani, mentre questi erano sugli scogli, scatenò una tempesta, facendo sì che perissero in mare. Fu la dea Minerva a salvarli, tramutandoli nelle due scogliere che attualmente abbracciano la città con le loro correnti. Per punizione, la divinità tramutò infine la sirena nella città di Leuca, il cui colore bianco deriva proprio da quello tipico della pelle dell’antagonista. In molti credono inoltre che una linea virtuale rappresenti nelle acque l’abbraccio delle due metà del comune, segnando la fine dell’Adriatico e l’inizio dello Ionio. Questo confine, visibile in mare, è tuttavia il risultato della particolare conformazione delle coste locali.

La dea Minerva e gli ulivi

Ben altre leggende arricchiscono il panorama locale. Si dice che gli ulivi pugliesi debbano la loro origine proprio alla dea Minerva, la quale, innamoratasi della regione, intendesse contendersela con Nettuno, dio dei mari. Quest’ultimo, per ottenere i favori della popolazione locale, donò loro un cavallo. Al che, la dea della saggezza rispose offrendo un ulivo, ritenuto ben più utile e perfetto per lo stile di vita del posto. Gli indigeni eressero un tempio in suo onore, giurando eterna fedeltà a Minerva e onorandola degnamente.

L’approdo di San Pietro

Il suddetto tempio è l’attuale Santuario di Santa Maria di Leuca, che secondo le leggende fu convertito ad opera dello stesso San Pietro. Questi, giunto in Italia grazie al supporto di un’imbarcazione fortunosa, giunse dall’oriente attraccando esattamente alla punta dello stivale italiano. Il Santo decise di metterci una croce sopra, espressione che divenne tanto celebre da entrare a pieno titolo nel gergo nostrano, ovvero di dare una nuova identità al vecchio tempio cancellandone il passato.

Le leggende sui fantasmi

Lo stesso santuario è oggetto di altre curiose leggende, luogo di redenzione per eccellenza, fine del mondo, dove espiare i propri peccati. Per questo si narra di come diversi fantasmi abitino la zona, muovendosi per chiese, grotte e scogli, in cerca di perdono per i propri peccati, a Santa Maria di Leuca, dove tutto trova compimento, il punto più vicino al paradiso. A loro si accompagnano streghe e anime tormentate, con sibili e pianti che è possibile tuttora udire nel cuore della notte, sebbene sia facile pensare sia tutto dovuto al suono del vento che scivola tra le pietre e le cave locali. Le leggende di Santa Maria di Leuca sono innumerevoli, sarebbe comunque un peccato cercare di spiegare tutto ciò che succede lì dove finisce il mondo.


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