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L’albero della Cuccagna di Mimmo Paladino incanta Lecce

L’albero della Cuccagna di Mimmo Paladino incanta Lecce

Un simbolo di abbondanza come l’albero della cuccagna diventa un’opera d’arte, tesa ad incrementare la riflessione sui temi della corretta alimentazione e delle implicazioni che il legame tra cibo e uomo ha sulla società. “L’albero della cuccagna” di Mimmo Paladino segna il ritorno dell’artista a Lecce e nel Salento, luoghi che lo hanno visto protagonista nel tempo del progetto Intramoenia Extra Art – Castelli di Puglia a Muro Leccese, della Quinta Triennale d’Arte Sacra Contemporanea, della nascita di FòcarArte e di un’edizione della Notte della Taranta. Quella che è stata definita una “immagine di identità culturale”, presentata su scala nazionale nelle ultime settimane di Expo 2015 a Milano, conduce a una riflessione di stampo sociologico sull’emergenza alimentare che il pianeta affronta.

Paladino: “Sarà una macchina barocca formata da sovrapposizioni e intersezioni”

Personalità eclettica e tra i protagonisti indiscussi della storia dell’arte contemporanea e della Transavanguardia, Mimmo Paladino, nato nel 1948, nel corso della sua lunga carriera artistica ha indagato il “segno” arcaico e antropologico, attraverso un linguaggio costituito di immagini, rimandi e stilemi sintetici. Il progetto è stato promosso e sponsorizzato da Art&Co Gallerie in collaborazione con l’associazione Spirale di Idee e il Comune di Lecce e ha preso vita in Piazza Santa Croce, tra i merletti barocchi di Santa Croce e Palazzo dei Celestini, e il critico Achille Bonito Oliva ha inserito l’opera nel progetto nazionale Nutrimenti d’arte.

“Nella convinzione che sia lo spazio a definire la dimensione dell’opera e quanto mai affascinato dalle architetture, dalle storie e dalle consuetudini di un Sud che mi appartiene – sottolinea Mimmo Paladino – ho inventato per Lecce una sorta di macchina barocca alta quindici metri formata dal sovrapporsi e dall’intersecarsi, progettato e casuale al tempo medesimo, di uno, due, tre … cento numeri 1, 2, 3, tutti in legno, da leggersi quali definiti ed identificati moduli scultorei oltre che chiara allusione all’infanzia ed al gioco. Rammentando anche il significato di quelle tre cifre, e passando dal 3 simbolo della perfezione e origine del movimento, al concetto di espansione che si identifica nel 2, al valore unificante e infinito, al limite del divino, dell’1 cuspide verso il cielo dell’albero della cuccagna. Colorando tutto di blu, nella conferma della dimensione immateriale del messaggio”.


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