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Nella periferia del comune di Vico del Gargano in provincia di Foggia è possibile ammirare una delle più antiche testimonianze archeologiche, risalente all’età del ferro (VI-V secolo a.C): si tratta della Necropoli di Monte Tabor, un’estensione di tombe terragne, dalle quali sono stati rinvenuti suppellettili e oggetti appartenenti al corredo funebre della popolazione che anticamente risiedeva in questa zona, che un tempo era la periferia, ma oggi è pieno centro abitato.
L’area è stata sottoposta a vincolo archeologico con il decreto ministeriale del 28/12/1994.
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Le tombe terragne sono del tipo a pozzo (o a sacco), costituite da una bocca rettangolare o ellittica, attorno alla quale è inciso un canaletto per il deflusso dell’acqua piovana. Analizzando i corredi tombali, gli studiosi hanno ipotizzato che le salme fossero deposte in posizione fetale ed esposte in differenti modi a seconda dell’importanza del defunto. Gli oggetti ritrovati all’interno delle tombe (bronzo, vasellame di ceramica grossolana e fine) sono stati salvati e oggi sono conservati presso il Museo Civico.
Si parla di questa necropoli già dal 1876, nel libro di A.Angelucci “Ricerche preistoriche e storiche dell’Italia meridionale” nel quale si sottolinea l’importanza storica e archeoogica di tale area. Negli anni 50 del Novecento, un team di ricercatori dell’Istituto di Antropologia dell’Università di Padova si recò sul Gargano per esplorare la necropoli di Monte Tabor.
Furono individuate numerose tombe, dette a sacco, la maggior parte delle quali distrutte negli ultimi anni. Erano divise sulla base di uomini donne e bambini, e di tutte le sepolture rintracciate solo una decina erano scavate effettivamente e nove presentavano resti ossei umani e animali.
Lo studio di questa necropoli sul Monte Tabor ha permesso di riportare alla luce numerosi oggetti del corredo funebre, importanti sia per datare l’area archeologica, sia per risalire alla cultura e alle condizioni socio economiche della popolazione. Principalmente si parla di suppellettili in ceramica di due tipi: una grossolana, molto spessa, usata per grandi contenitori di uso comune (ceramica di impasto); l’altra più fine, di argilla lisciata giallina, ricca di disegni geometrici (ceramica decorata).
Foto: Museo Civico Archeologico Vico Del Gargano
Data: 9 Apr 2019
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