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Che la burrata piaccia oltre i confini pugliesi non è certo una scoperta: solo nel 2018 sono state vendute in tutta Italia oltre le 2 mila tonnellate di questo squisito prodotto made in Andria. La novità riguarda invece i mercati esteri, oltre i confini delle Alpi e del Mediterraneo.
Assolatte, l’Associazione Italiana Lattiero Casearia, ha stimato che nello scorso anno la burrata ha visto un’impennata nelle vendite nel mercato non solo europeo ma anche mondiale. Questo prodotto, appartenente al panorama lattiero-caseario pugliese è stato notato e apprezzato in tutto il mondo, tanto che si ritiene che sia stato superato il traguardo delle 5.000 tonnellate per un giro d’affari di circa 56 milioni di euro.
Nelle principali città mondiali, infatti, è possibile gustare la burrata grazie al lavoro di cooperazione tra i produttori in Italia e i ristoratori presenti all’estero. E così ora il prodotto dalla consistenza morbida e allo stesso tempo filamentosa può essere tranquillamente assaporata anche a Tokyo, New York, Parigi, Copenaghen e non solo.
Per quanto possa sembrare un dato abbastanza scontato, in realtà non lo è affatto: solamente fino a qualche anno fa la burrata era commercializzata e consumata esclusivamente nella sua regione di origine, la Puglia appunto. Con il passare del tempo il consumo di questo prodotto era stato esteso anche in Campania e Basilicata.
La nascita della burrata ha origini molto più recenti di quanto si possa pensare. Nel 1965, una grande nevicata imbiancò tutta la Murgia, compresa la zona di Andria e del Castel del Monte. Il signor Bianchino, allora, per evitare che il latte e tutti i suoi derivati fossero gettati a causa dei lenti tempi di consegna dovuti al maltempo, decise di conservare all’interno della pasta di mozzarella la stracciatella.
Il risultato di questa geniale intuizione è ormai storia.
Data: 22 Apr 2019
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