Home » Puglia Blog »
A pochi passi da Otranto, lungo il tratto della Valle delle Memorie sorge, quasi nascosto, l’ipogeo di Torre Pinta. Questo luogo, tornato alla ribalta proprio qualche tempo fa, è celato nel sottosuolo dell’omonima torre e proprio per questo non molto conosciuto.
Considerato un esempio di torre colombaia, edificata su un insediamento di epoca precedente e da molti ritenuta cristiana, questo ipogeo si presenta con una pianta a croce latina regolare a sua volta caratterizzata da tre bracci orientati a Ovest, Est e Sud. Il suo braccio lungo, invece, è orientato a Nord e corrisponde alla galleria di 33 metri.
Scoperto solamente nel 1976, questo ipogeo fa parte di un complesso rupestre ricco di importanti testimonianze archeologiche e antropologiche, i cui reperti attestati risalgono fino all’età paleocristiana.
Di particolare suggestione, come anticipato, è il corridoio di ingresso, che con il passare degli anni ha perso la sua volta originaria e risulta così scoperto sempre più in alto. Per ovviare a questa mancanza, intorno al Seicento, è stata costruita una colombaia a forma di torre cilindrica che ne chiude l’apertura.
Un altro elemento in grado di affascinare i visitatori è da ritrovare anche nella presenza di alcune profonde incisioni provocate dalle unghie dei colombi. Gli scrutatori più attenti, inoltre, possono far notare alcuni particolari che rimandano direttamente alla cultura messapica, come ad esempio un forno utilizzato per la cremazione o per i sacrifici e un centinaio di cavità utilizzate come urne cinerarie e, ancora, un sedile in pietra collocato lungo le pareti e utilizzato dall’antico popolo, come da loro usanza, per deporre i defunti seduti.
Torre Pinta, come anticipato, è stata utilizzata per ospitare i piccioni all’interno delle cellette esistenti. Molti studi hanno fatto intendere che la posizione strategica del posto, infatti, potesse servire di aiuto per i colombi viaggiatori, all’epoca al servizio del comando militare borbonico del presidio in Terra d’Otranto.
Il sito, di proprietà privata, può essere visitato chiedendo il permesso alla proprietaria.
Data: 19 Mar 2020
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link all'articolo.