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A ridosso della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebrerà il 25 novembre, nella città di Scorrano si terrà una serata speciale, a conclusione del progetto “Io diverso…da chi”, campagna di informazione, prevenzione e sensibilizzazione mirata a contrastare la discriminazione di genere, stereotipi e pregiudizi.
Ottenuto il contributo dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la cittadina del Salento, famosa per le sue luminarie, è riuscita a creare una forte sinergia tra bambini, studenti e genitori, rilanciando una dinamica sociale di “comunità collaborativa” contro qualsiasi forma di violenza e discriminazione.
Protagonisti del progetto sono stati gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Scorrano e del Liceo Scientifico “L. Da Vinci” di Maglie, che hanno preso parte a quattro laboratori didattici: laboratorio di difesa personale, laboratorio teatrale, laboratorio giuridico “Educare alla Parità” e laboratorio di psicologia, finalizzati a promuovere una corretta conoscenza e cultura della violenza, oltre alle modalità concrete per riconoscerla, contrastarla e denunciarla. Gli stessi studenti hanno figurato nel cortometraggio “(NON) SEI IL MIO EROE” in cui si racconta come modelli familiari violenti possano influenzare l’azione e il comportamento di molti bambini e ragazzi.
La serata del 23 novembre, in piazza Vittorio Emanuele III, sarà un’occasione per presentare alla città tutte le fasi progettuali della campagna. Inoltre, saranno invitati ad intervenire, con una toccante testimonianza, alcuni genitori-coraggio che, con dignità, perseveranza e sofferenza, dovuta ad una perdita impossibile da comprendere, continuano a raccontare la storia dei rispettivi figli, portandone alto il nome attraverso progetti e attività di sensibilizzazione. Loro sono Imma Rizzo – mamma di Noemi Durini, Maria Catrambone Raso (Torino) – mamma di Michele Ruffino, vittima di bullismo a 17 anni e Nino Salamone (Catania) – papà di Valentina Salamone, vittima di violenza a 19 anni.
La speranza è che la loro battaglia diventi la battaglia di tutti, affinché questo fenomeno diventi, un giorno, solo un brutto ricordo.