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Chiude in bellezza la 30esima edizione della Festa del Vino a Orsara di Puglia dove, sabato 9 settembre, si esibirà la nota band folk-rock italiana dei Nobraino che ripercorrerà, attraverso una carrellata di successi, i suoi primi ventidue anni di storia a partire dagli esordi del lontano 1996.
Dislocate per la città saranno ben quattro le postazioni musicali, per raccontare l’evoluzione storica della Festa del Vino: in Piazza San Pietro, risuoneranno le note del gran concerto bandistico a cura dell’associazione Santa Cecilia di Orsara. In via Giuseppe Garibaldi, invece, musica elettronica e dj set con White Fest. In Piazza Municipio, l’Orsara Jazz remix, videosonorizzazione con registrazioni e filmati inediti tratti dagli archivi dell’associazione Orsara Musica e infine Largo San Michele che ospiterà il concerto dei Nobraino. Non sarà solo la buona musica a caratterizzare la serata, perché di certo non poteva mancare la tradizione gastronomica pugliese con un percorso articolato in 4 piazze, che vedrà la partecipazione di 8 cantine e 8 ristoratori. In Piazza Irpinia sarà possibile sorseggiare i bianchi delle cantine Divino Roberto e Casaltrinità, mentre i rosati Elda e La Marchesa troveranno spazio nell’agorà dedicata ai vini dei Monti Dauni. Piazza Orsara, invece, proporrà le produzioni vitivinicole de Il Tuccanese e Peppe Zullo e ancora Spumanti Teanum nella Piazza Bollicine.
Programma ricco e variegato quello di sabato 9 settembre, con le visite guidate gratuite nel centro storico e all’interno del complesso abbaziale a partire dalle ore 10 alle 13 e poi dalle ore 17 alle 18.30. Sabato, dalle 11 alle 13, i visitatori potranno invece partecipare alle visite-aperitivo nelle cantine storiche di Orsara di Puglia. Alle ore 20, l’apertura della Galleria Enogastronomica Orsarese. E in occasione di questo trentesimo anniversario della Festa del Vino più longeva della Capitanata e dell’intera regione, l’organizzazione ha previsto inoltre un cammino artistico dinamico, fatto di installazioni, opere, forme e colori che disegnano la storia dell’evento, dimostrando così, insieme alla scelta delle “Contaminazioni musicali”, la perfetta integrazione fra tradizione e innovazione.