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Migliorare le condizioni dei pazienti affetti da ictus è ora possibile. Nel centro di riabilitazione Padre Pio di San Giovanni Rotondo è stato messo a punto un robot in grado di assistere la deambulazione dei malati, spesso gravemente compromessa in seguito al colpo subito.
La nuova tecnologia, che va direttamente indossata dai pazienti, permette di migliorare la loro condizione di salute. Al momento nella città di Padre Pio in provincia di Foggia sono stati sottoposti ai nuovi e innovativi trattamenti ben 48 persone.
Oltre al centro della Puglia, altri quattro centri italiani, l‘Irccs San Raffaele La Pisana di Roma, Villa Beretta di Lecco, Scrin Trevi dell’Umbria 2 e università San Raffaele di Roma hanno compiuto questi studi i cui risultati sono stati pubblicati sull’European journal of physical and rehabilitation medicine.
Esko, questo il nome del supporto elettronico, ha aiutato i pazienti che sono stati colpiti da ictus a ridurre i tempi di recupero, migliorando loro la capacità di camminare. Il robot motorizzato grazie a un esoscheletro è stato indossato dalle tre alle cinque settimane, e ha permesso una discreta autonomia nei movimenti che derivano dai sostegni che circondano gli arti e la schiena che hanno portato ad un incremento nello sviluppo del movimento.
Spesso, infatti, le malattie neurologiche, che oltre all’ictus possono riguardare i traumi cranici, la sclerosi multipla e tutte le restanti e numerose malattie neurodegenerative del sistema nervoso, compromettono in maniera irreversibile la mobilità.
Proprio per questo motivo è stato messo a punto il robot Esko, utilissimo per migliorare l’autonomia delle persone colpite dalla malattia. A essere sottoposti alla ricerca e alla sperimentazione sono stati 48 pazienti con difficoltà di deambulazione, che hanno effettuato dei trattamenti riabilitativi assistiti dal robot e a cui sono stati somministrati delle scale di valutazione all’inizio e alla fine della sperimentazione.
Una volta terminato il periodo di prova, gli studi hanno constatato un incremento sia nella velocità di deambulazione dei pazienti che della distanza percorsa.
Data: 6 Mar 2019
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