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Grotte di Dio, le affascinanti chiese rupestri di Mottola

“Tutte e quattro le chiese presentano particolari e raffinatissimi affreschi che meritano di essere conosciuti.”
Grotte di Dio, le affascinanti chiese rupestri di Mottola

Il carsismo presente nel sottosuolo pugliese, come noto, ha portato alla luce delle opere naturali di incredibile fascino: la loro manifestazione più evidente è da ritrovarsi nel territorio di Castellana Grotte, realtà della provincia di Bari che viene ogni giorno visitata da centinaia di visitatori.

Scopri di più su: Fenomeni di carsismo in Puglia, grotte, doline, caverne e coste rocciose

L’entroterra della Puglia, inoltre, è anche conosciuto come Terra delle Gravine, proprio per merito dell’evoluzione naturale delle grandi formazioni di calcare. Queste zone, che comprendono i paesaggi di Ginosa, Laterza, Castellaneta, Massafra, Palagiano, Palagianello, Statte, Crispiano, Martina Franca, Montemesola, Grottaglie, San Marzano, Villa Castelli e Mottola, sono tutte caratterizzate dall’interessante e al tempo stesso affascinante del carsismo.

Le quattro chiese rupestri più belle

Tra le tante meraviglie dono della natura, le Grotte di Dio di Mottola sono così chiamate dal 1987, quando la rivista Bell’Italia dedicò un articolo alle chiese rupestri più belle. A partire da quel momento in poi, essendo il titolo ritenuto piuttosto interessante, fu deciso di promuoverle turisticamente proprio con questo epiteto che comprende i quattro luoghi di culto naturale:

  • Santa Margherita o Marina, padrona delle gestanti
  • Sant’Angelo, l’unica in Italia a due piani
  • San Nicola di Myra, che conserva al suo interno uno dei più antichi affreschi del Santo
  • San Gregorio, un incredibile gioiello di architettura sacra.

Chiesa di Santa Margherita

Scavata sulla parete della lama Casalrotto, la Chiesa di Santa Margherita presenta un’insolita planimetria. Il nome di questa località è stato dedicato in onore della Santa protettrice delle gestanti proprio perché al suo interno è presente un affresco che la ritrae.

Dalla chiesa, inoltre, è possibile accedere in una grotta funeraria ipogeica con alcuni altari al suo interno.

Anche in questo caso gli affreschi presenti sulle pareti rappresentano due figure della patrona dell’antro. Un altro lato, invece, è dedicato alla vita di San Nicola e al suo miracolo più celebre: la dote per il maritaggio per permettere a tre donne ridotte alla povertà e dal proprio padre alla prostituzione.

Presenti sono anche immagini dell’Arcangelo Gabriele, la Madonna in trono con un bambino ed episodi del martirio di Santa Margherita.

Sant’Angelo, la chiesa a due piani

Unica nell’Italia per i suoi due piani ipogei, la chiesa di Sant’Angelo ha un piccolo atrio scoperto nella sua parte antistante l’ingresso e una celletta alla sua sinistra, un tempo utilizzata come riparo per il custode.

Alla chiesa vera e propria, dunque, si accede attraverso un doppio ingresso, mentre il suo interno è costituito da tre navate e tre absidi.

A differenza degli affreschi della Chiesa di Santa Margherita, quelli di Sant’Angelo, più propriamente tempere su muro sono stati fortemente deteriorati a causa delle infiltrazioni costanti dell’acqua. Sebbene il loro cattivo stato di mantenimento abbia reso gli studi su di essi, la datazione di questi dipinti dovrebbe essere risalente al XIII-XIV secolo, anche se è molto probabile che molti ricoprano strati di intonaco, ovvero dei dipinti sottoposti ad epoca precedente.

Tra le tante raffigurazioni lo sguardo severo di Gesù con la fronte corrugata, mentre nel piano superiore, il cui accesso è possibile attraverso una scala scavata nella roccia, sotto l’arco è presente San Pietro.

San Nicola di Myra

Considerata dagli studiosi come la Cappella Sistina del Sud Italia, la chiesa di San Nicola si mostra in tutta la sua straordinaria bellezza, il cui merito è sicuramente da attribuire agli incredibili affreschi che la abbelliscono.

Tutti di epoche diverse e di differenti influssi teologici e artistici, i dipinti presenti in questa grotta la rendono una vera e propria pinacoteca d’arte sacra popolare. Oltre alle tre raffigurazioni bizantine del santo appartenenti all’iconografia bizantina, gli altri affreschi hanno come soggetto l’intercessione dei santi nel giorno del giudizio universale (Deesis) e vedono raffigurati Santo Stefano, San Giovanni Evangelista, San Pietro, Santa Elena, San Michele e tantissimi altri ancora.

San Gregorio

L’ultima delle quattro meraviglie rupestri, come anticipato, è la chiesa di San Gregorio. Considerato uno dei più raffinati esempi d’arte sacra pugliese, questo luogo si presenta con dei pilastri a forma di croce, archi a tutto sesto, altari eleganti e volte a motivo cangiante.

A croce greca inscritta in un quadrato con cupola centrale, anche all’interno della chiesa di San Gregorio sono presenti numerosi affreschi. Tra questi particolarmente affascinanti sono quelli di San Nicola, della vergine con il bambino e quello del cristo Pantocratore, il cui sguardo ieratico è stato addirittura paragonato, per i suoi tratti stilistici, a quello del Duomo di Monreale. Le grotte di Dio, tuttavia, non sono solo questo: per un’esperienza a 360 gradi l’unica soluzione resta quella di visitarle una ad una per apprezzarle in tutta la loro incredibile e straordinaria bellezza.

Foto a destra @cesy83, foto in alto @fabrizio84 (Instagram).


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