Home » Puglia Blog »
Lungo la costa ionica salentina, nel territorio appartenente al comune di Nardò, è presente una lunga costiera calcarea contenenti un ampio sistema di caverne naturali. Tra queste, all’interno del parco regionale di Porto Selvaggio, ne è presente una particolarmente preziosa, la grotta del Cavallo (o semplicemente grotta Cavallo).
Scopri di più su: Porto Selvaggio, spiaggia incontaminata del Salento
Conosciuta principalmente per il ritrovamento di depositi archeologici risalenti al paleolitico superiore che rappresentano i più antichi resti di Homo sapiens in Europa, grotta Cavallo si trova a circa 15 m sul livello del mare e si presenta con un’entrata dalla forma arrotondata.
La scoperta nella grotta del Cavallo risale al 1964, quando Arturo Palma di Cesnola dell’Università di Siena ed Edoardo Borzatti von Löwenstern dell’Università di Firenze hanno ritrovato due denti molari decidui in una serie stratigrafica di 7 metri con più livelli di età paleolitica. Questi resti, attribuiti a una cultura simile al castelperroniano, sono stati denominati ulizziani, nome derivante dal toponimo dell’area scoperta e diffusa in gran parte dalla penisola italiana e prevalentemente in Puglia.
Dopo i primi studi del caso, i resti furono inizialmente attribuiti a un esemplare di uomo di Neanderthal, fin quando, nel 2011, un gruppo di ricercatori guidati da Stefano Benazzi, pubblicò un articolo in cui affermava che i denti appartenessero a un Homo Sapiens vissuto tra i 45mila e 43 mila anni fa.
Se l’ipotesi di Benazzi sia stata accolta da un discreto pubblico, ad essere ancora dibattuta è l’attribuzione dell’intera cultura uluzziana.
Dubbi e incertezze a parte, ciò che è certo è che la grotta del Cavallo è una delle più importanti testimonianze storiche dell’intera regione.
Approfondisci l’argomento su: Un viaggio nel tempo alla Grotta del Cavallo? Ora si può
Foto: Thilo Parg
Data: 3 Set 2020
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link all'articolo.