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Gravina in Puglia deve il suo nome all’impressionante burrone su cui sorge, la città infatti si affaccia su di un grande canyon al fondo del quale scorre un torrente che si chiama Gravina. Il piccolo torrente ha dato il nome al fenomeno geologico molto presente sul territorio pugliese ed alla stessa città dove scorre; Gravina in Puglia per l’appunto.
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I primi insediamenti umani nei pressi di Gravina in Puglia si trovano a Botromagno, sul colle Petramagna e risalgono all’età del bronzo. È possibile visitare il parco archeologico con i resti della vecchia città peuceta. Con le invasioni barbariche, l’antica città fu distrutta ed i suoi abitanti, occuparono le grotte presenti sul costone della gravina, opposto a quello dove poi si è sviluppato l’attuale centro storico.
La parte più antica della città è quella dei quartieri Piaggio e Fondovico, sono caratterizzati da vie tortuose ed intricate. È possibile visitare da qualche anno Gravina sotterranea, una visita che permette un’immersione in quella che era la vita fino alla seconda metà del secolo scorso.La visita si svolge attraverso antiche cantine e cisterne.
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In piazza Notardomenico, si trova la chiesa di Santa Maria del Suffragio, meglio conosciuta come chiesa del Purgatorio. La chiesa del purgatorio ha scolpiti sul portale due scheletri ed ai due lati un fascio composto da tre colonne sorrette da altrettanti orsi. L’interno è a tre navate, l’organo è la cantoria sono di età barocca.
Sulla stessa piazza si trova la biblioteca Finya, una delle più antiche della Puglia. La biblioteca ha un importante patrimonio libraio, con oltre undicimila volumi tra cui un manoscritto del ‘400. Nelle immediate vicinanze si trova il Duomo di Gravina, fondato nel 1092, fu distrutto da un incendio nel 1447. Il Duomo fu ricostruito nel 1482 e ciò che è stato tramandato a noi è fattura rinascimentale con resti romanici e gotici. Il campanile risale all’ultimo decennio del XVII secolo. L’interno ha pianta basilicale ed è a tre navate, al suo interno sono visibili i resti dell’originaria costruzione romanica. La navata centrale ha un ricco soffitto in legno completamente intagliato.
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L’ex palazzo del Seminario vescovile, ospita al suo interno il Museo Capitolare di Arte sacra che raccoglie paramenti sacri, reliquari ed oggetti liturgici ed il Museo civico archeologico che custodisce reperti databili dal VIII secolo a.C. al XIII secolo d.C.. Al suo interno una perfetta ricostruzione a grandezza reale di una tomba di due guerrieri peuceti.
Dalla biblioteca, seguendo il vicolo alla sua sinistra, si entra nel rione Fondovico, al termine del vicolo, si accede ad una stradina scavata nella parete della gravina e si arriva alla chiesa di San Michele dei Grotti, interamente scavata nella roccia. La chiesa di San Michele è divisa in cinque navate, gli affreschi che coprivano le pareti e le colonne sono andati perlopiù persi e ne restano solo tracce. In un angolo della chiesa sono raccolte ossa umane probabilmente appartenenti a vittime dei saraceni. Sulla chiesa di San Michele si trova la chiesa grotta di S. Marco. È stata utilizzata come luogo di culto fino al 700 quando fu utilizzata come cimitero. Attualmente sono stati rimossi gli scheletri ed è accessibile dalla chiesa di S. Michele.
Oltrepassando il ponte – acquedotto Madonna della Stella, che collega le due sponde del burrone, si arriva alla chiesa grotta della Madonna della Stella, di origini precristiane dedicata ad originariamente ad una divinità della fertilità. La chiesa fu convertita ad uso cristiano e dedicata a Maria ma a causa di una profanazione fu chiusa al culto. Molto suggestivo è il complesso rupestre delle Sette camere, una serie di sette ambienti intercomunicanti utilizzati dall’uomo come riparo ed abitazione.
Importante centro culturale per la città di Gravina è la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, il quale per volere testamentario costituì una fondazione che gestisse il museo presso la sua abitazione. Al piano terra dell’edificio è ricostruita la cripta della chiesa rupestre di S. Vito Vecchio, con elementi architettonici provenienti dal vicino sito archeologico di Botromagno. Al primo piano si trova la biblioteca, l’archivio con documenti relativi alla storia locale e l’appartamento di Santomasi. Al secondo piano invece si trova la pinacoteca, la collezione numismatica e la collezione di armi.
Il territorio di Gravina di Puglia fa parte del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
A Gravina si produce il “Pallone di Gravina” un caciocavallo tradizionale lavorato con latte crudo, presidio slow food.
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Una tabella riepilogativa dei principali luoghi di interesse storico, culturale e paesaggistico.
In questa mappa navigabile puoi vedere dove si trova Gravina in Puglia.
Puoi ingrandire o rimpicciolire la cartina per capire dove sono ubicati i luoghi da visitare e capire come raggiungerli facilmente.
Ecco come raggiungere Gravina in Puglia comodamente con i principali mezzi di trasporto disponibili.