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“Se mio figlio un giorno mi dovesse domandare dove trovare la felicità, gli risponderei: sii pittore, ma siilo come me.” Così parlava Giuseppe De Nittis, uno dei simboli artistici della città di Barletta, dove nacque nel 1846 da una famiglia di proprietari terrieri che lo lascia sin da infante costringendolo a crescere con i nonni. Personalità profonda ed emotiva, appassionata dell’arte in ogni sua forma, dona le sue prime pennellate allo studio del pittore barlettano Giovanni Battista Calò, dove svolgerà da giovanissimo il suo primo apprendistato imparando le basi della sua espressione artistica preferita, la pittura.
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Trasferitosi a Napoli a quattordici anni con tutta la famiglia decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti contro il parere dei suoi tutori legali, che lo desidererebbero più interessato agli affari dei suoi parenti. Dalla personalità ribelle e impulsiva, agisce spesso seguendo il suo senso critico e la sua abilità che gli permettono di criticare i concetti e le tecniche che gli vengono insegnati, giudicando superato tutto ciò che ha modo di apprendere e venendo espulso dalla scuola all’età di sedici anni.
Libero da qualsiasi vincolo s’interessa al mare ed alla campagna, che diventano tra i suoi soggetti preferiti negli anni a venire. Della scuola Napoletana permangono i tratti del Verismo e la passione per i paesaggi, con alcuni colleghi nel 1864 fonda la “Scuola di Resina” dove si interessa all’insegnamento delle sue tecniche. Incoraggiato da uno dei suoi compagni, Adriano Cecioni, espone le sue opere a Firenze dove viene notato dai Macchiaioli, da cui impara un nuovo stile pittorico che gli permetterà di crescere artisticamente.
Sarà nel 1867 che, trasferitosi in una Parigi in pieno fermento artistico e culturale, conoscerà lo stile impressionista che lo segnerà definitivamente divenendone uno dei maggiori esponenti a livello mondiale. Ama la città, ritraendone i dettagli e le bellezze, tanto che nella comunità pittorica locale verrà definito più parigino degli stessi parigini (in futuro sarà soprannominato non a caso peintre des parisiennes, “Il pittore delle parigine”).
È qui che conosce Leontine Lucille Gruvelle, donna che diventerà sua moglie e che influenzerà il suo stile ispirandogli ritratti colmi d’amore. Le donne avevano sempre avuto un ruolo centrale nei ritratti dell’artista, ritratte spesso come espediente per raccontare la vita mondana del luogo: corse, parchi, passeggiate, salotti erano i veri soggetti delle opere del pugliese. Nessuna donna sarà oggetto di attenzioni come la moglie Leonine; il pittore la dipingerà concentrandosi sempre su dettagli diversi che rivelano un’indagine psicologica prima che estetica.
Il culmine artistico di De Nittis si avrà nel 1874 quando sarà esposto, unico italiano, nello studio del fotografo Nadar nella data che segna la nascita del vero Impressionismo. Vi espose cinque tele, divenute simbolo della sua produzione pittorica: Paesaggi presso il Bois; Levar di luna; Campagna del Vesuvio; Studio di donna; Strada in Italia. Quello stesso anno inizierà a frequentare le aree londinesi, ritraendo ambienti distanti dal panorama francese: nubi, caos, smog, rappresentati con cruda dolcezza e profondità. È così che la sua fama esplode anche in Inghilterra. L’autore viaggia spesso tra Italia, Francia e Gran Bretagna, ottenendo la Legion d’Onore insieme ad una serie di onorificenze minori.
Sarà il 1884 quando, alla giovanissima età di 38 anni, un fulminante ictus cerebrale lo colpirà a Saint-Germain-en-Laye, lasciando un ricordo meraviglioso nella memoria di coloro che lo hanno conosciuto e un inestimabile patrimonio artistico. Sulla sua lapide Alexandre Dumas scrisse “Qui giace il pittore Giuseppe De Nittis, morto all’età di trentotto anni in gioventù, in amore pieno, in piena gloria, come gli eroi e i semidei”.
La città di Barletta celebra Giuseppe De Nittis, il suo più grande pittore, con una mostra permanente nel Palazzo della Marra dove sono esposti 146 dipinti e con varie altre iniziative che comprendono, ad esempio, la presentazione dei suoi ritratti sull’esterno delle pareti della sua casa natia.
“A volte, felice, restavo sotto gli improvvisi acquazzoni. Perché, credetemi, l’atmosfera io la conosco bene; e l’ho dipinta tante volte. Conosco tutti i colori, tutti i segreti dell’aria e del cielo nella loro intima natura. Oh, il cielo! La natura, io le sono così vicino! L’amo! Quante gioie mi ha dato! Mi ha insegnato tutto: amore e generosità. Mi ha svelato la verità che si cela nel mito… Anteo che riprendeva vigore ogni volta che toccava la Terra, la grande Terra! E con loro il cielo che io mi raffiguro i paesi ove sono vissuto: Napoli, Parigi, Londra. Li ho amati tutti. Amo la vita, amo la natura.
Amo tutto ciò che ho dipinto.”
Uno sguardo privilegiato nella mostra permanente a Palazzo della Marra intitolata “Casa De Nittis” con le opere dell’artista ottocentesco Giuseppe De Nittis nato a Barletta.
Data: 22 Ott 2020
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io ho un opera del grande maestro