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Giochi da tavolo in Puglia, quando il dicembre è tradizione e divertimento

“I tradizionali giochi di carte pugliesi puntano allo spirito conviviale e goliardico, intrattenendo grandi e piccoli.”
Giochi da tavolo in Puglia, quando il dicembre è tradizione e divertimento

Con l’Immacolata Concezione, festività dell’8 dicembre, entra a pieno titolo nelle nostre abitazioni il più classico clima natalizio. Sebbene le strade delle città pugliesi, dalle più costiere a quelle dell’entroterra, siano addobbate da settimane, è da questo momento in poi che si dichiarano aperte le corse al regalo perfetto e le lunghissime tavolate circondati da amici e parenti.  Momenti conviviali che non possono non essere accompagnati da giochi di società, per condividere tutti insieme attimi di spensieratezza.

In Puglia ogni provincia ha le proprie usanze e tradizioni, differenti per piccole regole del gioco o sul nome dello stesso. Puntare piccole quantità di denaro è una delle tradizioni più comuni, nulla di costoso s’intende, solo un modo per divertirsi ancor di più. Nel caso in cui non si dovessero ottenere i risultati o i ‘guadagni’ sperati c’è sempre la frase consolatoria “Sfortunati al gioco, fortunati in amore”. È sempre utile rispolverare la nostra memoria in vista del Natale con alcuni dei giochi più particolari o conosciuti.

Piattino

Come suggerisce il nome stesso del gioco, i giocatori hanno bisogno di un piattino o di un oggetto simile da porre al centro del tavolo. Le carte napoletane fanno da cornice per poter iniziare a giocare. I partecipanti concordano una somma fissa che andrà a ripetersi per ogni partita, che verrà versata da tutti di volta in volta.  La vittoria a questo gioco dipende interamente dalla fortuna, oltre che dal sempre classico calcolo delle probabilità. Per ogni concorrente il mazziere distribuisce una carta, che resterà ignota fino al proprio turno.

La regola è solo una e semplicissima: se la carta in nostro possesso rientra nel range di valori dall’1 al 4 bisogna restituire nel piatto la puntata, se invece possediamo una carta il cui valore rientra tra il 6 e il 9 prendiamo dal piattino la medesima.

Nel caso in cui la carta di cui siamo in possesso sia un asso si paga il doppio dell’importo annunciato, se è un re (e quindi un 10) vinciamo il doppio. Qualora il giocatore dovesse sentirsi particolarmente fortunato e dovesse chiamare ‘piattino’, dovrà prendere tutto o pagare il tutto in base al valore delle sue carte.

Sette e mezzo

Un altro classico dei giochi di società delle tavolate pugliesi è il “Sette e mezzo”. Anche in questo caso è necessario un mazzo di carte da 40. Tutti i giocatori competono contro il mazziere.

Lo scopo dell’intrattenimento è sempre lo stesso: totalizzare un punteggio uguale o il più vicino possibile al sette e mezzo, senza oltrepassarlo o comunque avere un punteggio superiore (ma che rientri sempre nel sette e mezzo) del mazziere.  Le carte dall’asso al 7 valgono il loro valore numerico, le figure mezzo punto. Fa eccezione il re di denari (o la donna di cuori), che è chiamato “la matta“, e il suo valore varia in base a quanto decide il giocatore che la possiede, purché sia un numero intero o mezzo.  Il mazziere riscuote la somma puntata da tutti i giocatori che hanno un punteggio inferiore o uguale al suo e di quelli che sballano.

Morto o cucù

Il gioco del morto o cucù è ritenuto un grande classico dei giochi di società da tavola che si fanno a natale. Anche in questo caso serve un mazzo di carte napoletane. Una volta mischiate, il mazziere distribuisce in senso antiorario per ciascun giocatore una carta coperta e, una volta terminato il giro, mette da parte le restanti.

La partita verrà svolta in senso antiorario, e il primo di mano è solitamente il primo ad iniziare. Durante il proprio turno, il giocatore decide se tenere la propria carta o scambiarla con quella del giocatore successivo, il quale deve cederla per forza, tranne se in possesso del cucù (un re di qualunque seme). Qualora fosse in possesso di qualsiasi dieci, la persona in questione deve necessariamente mostrare la carta agli altri giocatori, passando automaticamente al turno successivo e salvandosi. Terminato il turno, il mazziere può mantenere la sua carta o ‘tirarsi’: cambiare la carta personale con una presente nel mazzo scelta dalla sorte. A turno finito tutte le carte vengono scoperte e le carte con il valore più basso presenti nel giro perdono.

Tombola

Acquistato il celebre gioco con il tabellone grande sul quale sono riportati i numeri da 1 a 90; le cartelle, mini riproduzione del tabellone principale con soli 15 numeri per scheda e il sacchetto con tutti i 90 gettoni, si può iniziare a giocare. Obiettivo del gioco è fare tombola: completare per primi la cartella ed aggiudicarsi il premio previsto, concordato tra tutti i giocatori.

Colui che avrà la gestione del ‘tombolone’, nome con cui sarà chiamato il tabellone generale, anch’egli in gioco, ha il compito di mischiare ed estrarre i numeri e di posizionarli sulla sua scheda. I giocatori invece, dopo aver acquistato le cartelle le dispongono davanti a sè e oscurano il numero che il croupier estrae con l’apposita casellina. Oltre alla tombola, come nel classico bingo in cui si punta a riempire completamente la propria scheda, è possibile possono ambire a dei premi minori, come l’ambo (due numeri sulla stessa riga), il terno (tre numeri sulla stessa riga), quaterna (quattro numeri sulla stessa riga) e cinquina (cinque numeri sulla stessa riga).


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