Home » Eventi Puglia » Eventi provincia Foggia »
Intorno al suo nome si sta sollevando un polverone di successo crescente e i concerti nei club italiani sono pieni di giovani che cantano le sue canzoni. Il prossimo 2 agosto, in piazza Duomo a Lucera, arriva lui, Gazzelle, nome d’arte di Flavio Pardini, cantautore romano con una profonda passione per i synth anni ’80, che ha scelto di lanciarsi sul panorama indie italiano sulla scia di Coez e di Calcutta. Non c’è dubbio che sia il fenomeno musicale del momento che ha preso piede spontaneamente con la pubblicazione dei primi video in rete, anche grazie al mistero che si è creato inizialmente attorno alla sua figura.
Il 3 marzo scorso ha visto la luce il suo album d’esordio “Superbattito”, per Maciste Dischi, prodotto dal cantautore romano Leo Pari, che si inserisce perfettamente nel grande calderone della canzone indipendente italiana. I brani, caratterizzati da ritmi distesi e una voce cantilenante, trattano del quotidiano tardo-adolescenziale con un piglio melodico appiccicoso, e si presentano come bozzetti di un immaginario trasversale. Il risultato è un irresistibile e travolgente sexy-pop, che ha dato una notevole scossa alla cosiddetta scena romana.
Le otto canzoni del disco si dividono in due tipologie: quelle lente, tristi e sconvolgenti e quelle invece più ritmate e allegre, dove si sente forte e chiara l’influenza di Leo Pari. Nella prima categoria rientrano “Non sei tu”, “Quella te”, “NMRPM” e “Greta”, della seconda fanno invece parte “Démodé”, “Balena”, “Meltinpot” e “Zucchero filato”. Il pezzo che tuttavia rispecchia al meglio lo stile di Gazzelle è senza dubbio “Non sei tu”: struggente e malinconica, sviluppata in un crescendo che diventa sempre più potente, sia musicalmente che vocalmente, si conclude in un’esplosione di synth. Sulla stessa onda si sviluppa “Quella te“, primo singolo estratto dal disco, che parla dell’amore nella sua quotidianità, fatta di felpe sporche, camminate sotto alla pioggia e viaggi che portano, come direbbero i Gazebo Penguins, a «ricordar le cose meglio di com’erano davvero».