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Specchia, piccolo paese in provincia di Lecce, è insignito del prestigioso riconoscimento di uno dei Borghi più belli d’Italia.
Va da sé, dunque, che tra le sue viuzze e le sue strade sia possibile apprezzare il suo centro storico caratteristico nel quale perdersi alla ricerca di ogni tipo di dettaglio in grado di confermare di essere in una delle località più belle di tutto lo Stivale.
Se i suoi principali monumenti sono noti a tutti i turisti che decidono di visitare Specchia, in molti ignorano che tra le cose da vedere di questo borgo ci siano anche i suoi frantoi ipogei.
Classica testimonianza della cultura dell’olivo nel Salento, queste strutture sono state realizzate e ricavate dal tufo e dalla pietra leccese e si presentano con un piano di calpestio più basso di circa 3-5 metri rispetto a quello stradale.
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La realizzazione dei frantoi sottoterra non è stata sicuramente casuale: dietro questa scelta è possibile individuare almeno due validi ragioni. Se la prima era di natura economica (la facilità di scavo rendeva il lavoro più conveniente), la seconda è di natura tecnica: per agevolare la separazione dell’acqua dall’olio d’oliva occorreva mantenere una temperatura costante che non variasse dai 19 ai 20 gradi. Per proteggere dagli sbalzi termici l’oleificio, inoltre, si preferiva orientare l’ingresso verso Sud per cercare maggiore riparo dal vento di tramontana.
Sotto le strade di Specchia, quindi, si snoda la via dei Frantoi ipogei per un percorso interamente sotterraneo. Ancora visibili sono ben 4 strutture, così chiamate: Scupola, Cicca, Perrone e Francescani neri.
Preziosi racconti storici dell’antico metodo di produzione dell’olio di oliva dei secoli scorsi, questi frantoi sono stati realizzati tra il XV e il XIX secolo, si presentano con un piano di calpestio compreso tra i 3 e 5 metri e sono tutt’ora visitabili grazie alle visite guidate della Pro Loco di Specchia.
Foto: @mr.davide.napoli
Data: 1 Ott 2021
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