Home » Notizie Puglia » News Foggia »
Federica De Gregorio è una giovane dottoressa di 31 anni che si è laureata in questi giorni in Medicina e Chirurgia con votazione 110 e lode in collegamento streaming con la Clinica di Malattie infettive del Policlinico Riuniti di Foggia.
A rendere particolare questa sessione di laurea è sicuramente la storia che c’è dietro la realizzazione della tesi sul Covid-19: mentre la giovane era impegnata nella sua stesura, la stessa è stata contagiata in famiglia dal virus.
Per fortuna paucisintomatica, quindi in isolamento a casa con i suoi, positivi e paucisintomatici pure loro, Federica si è così trasformata in autrice e sperimentatrice di quello che ha scritto e studiato in quanto questo virus le ha fatto visita nel momento più importante della vita da studentessa, mentre si stava preparando al suo giorno più bello di tutto l’excursus studiorum che l’ha costretta a riorganizzare la sua vita anche se non in maniera così pesante.
Negli ultimi 15 giorni prima della discussione della tesi, i più particolari nella vita di Federica, la giovane è quindi risultata positiva al tampone, ha perso gusto e olfatto ma non la concentrazione per proseguire nella preparazione del suo lavoro dal titolo Follow-up a breve termine nei pazienti guariti da Sars-Cov 2, una raccolta dati iniziata a luglio e terminata qualche giorno fa.
Il focus della tesi – si legge in un comunicato stampa – è sui sintomi persistenti a tre mesi dopo la guarigione, quindi l’astenia, gli aspetti depressivi che spingono all’isolamento per un certo periodo, la ricerca dei residui di malattia (tosse, mal di testa e leggeri acciacchi quotidiani), cambiamento delle abitudini legato ad aspetti psicologici: un follow-up su un ristretto numero di pazienti che sarà ampliato e che proseguirà nel tempo. La tesi di Federica è stata completata anche con lo studio sierologico per analizzare la presenza di anticorpi per Covid-19 e studiare l’immunizzazione del soggetto nei confronti del virus: a tre mesi dal contagio lo studio ha rilevato che la maggior parte dei pazienti ha mantenuto le IgG (compaiono dopo 15 giorni dall’esposizione del virus), responsabili della protezione a lungo termine contro i microrganismi, e quindi ‘regalando’ potenzialmente protezione contro una nuova infezione perché il sistema immunitario ha memoria verso un microrganismo già entrato nel corpo. Questo è solo il primo step dello studio che prevede il monitoraggio clinico e strumentale delle persone guarite da COVID 19 a 6 e 12 mesi.
“Viverlo in prima persona – ha raccontato la neo dottoressa De Gregorio – mi ha fatto comprendere come siano forti le ripercussioni psicologiche a breve termine: sono gli aspetti su cui si è concentrata la mia tesi, scelta prima che mi ammalassi e che ho potuto approfondire con esperienze ‘vive’. Anche i miei sono positivi al virus, paucisintomatici, e anche la loro reazione mi è stata utile per completare lo studio: dei 57 pazienti venuti in ambulatorio nel post acuzie, più della metà ha manifestato disturbi dell’umore e insonnia, poi pazienti con astenia e infine quelli che presentavano iposomia e anosmia, un’osservazione di quello che può succedere a chi ha presentato una malattia grave/severa e alle modalità di ritorno, gradualmente, a una vita normale pre Covid“.
Data: 2 Nov 2020
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link all'articolo.