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Fòcara di Sant’Antonio Abate di Novoli sulla rivista “Perspective”

“La Fòcara di Sant’Antonio di Novoli raggiunge la Francia, per la sua grandezza e particolarità.”
Fòcara di Sant’Antonio Abate di Novoli sulla rivista “Perspective”

La Fòcara di Sant’Antonio Abate diventerà ben presto internazionale: il famoso falò dai 25 metri di altezza e 20 di diametro, il fuoco più grande del bacino del Mediterraneo acceso ogni gennaio a Novoli (Lecce), approderà sulla rivista made in Francia “Perspective: actualité en histoire de l’art”.

Uno dei più antichi monumenti di ingegneria agraria, la Fòcara di Sant’Antonio viene accesa ogni anno da devoti e volontari in onore del Santo taumaturgo ed anacoreta Egiziano, patrono e protettore del comune del Nord Salento, è stato notato dal periodico francese che ha deciso di pubblicare la storia dell’usanza degli abitanti di Novoli nel prossimo numero in uscita il prossimo gennaio.

Il magazine francese, da sempre interessata alle discussioni internazionali sul mondo dell’arte e della cultura, ha deciso di dar voce all’immateriale bellezza del rito, un connubio di progettualità innovativa e ancoramento alle tradizioni passate. Tanti sono i miti che circondano la tradizionale montagna di tralci di vite dal nome Fòcara di Sant’Antonio.

Fòcara, il falò che consuma e rigenera

Ogni anno l’evento è seguito dagli incuriositi e appassionati esponenti dei movimenti artisti dell’arte contemporanea, come ad esempio Mimmo Paladino, Ugo NespoloHidetoshi Nagasawa, Jannis Kounellis e Gianfranco Baruchello, Lim, Sislej Xhafa, Regina Josè Galindo. A questo esiguo numero di partecipanti citati ce ne sono tanti altri che hanno esaminato ed interpretato in maniera assolutamente positiva quello che potrebbe essere chiamato il ‘fuoco della fenice’: un falò che consuma e rigenera, quasi rinascendo dalle proprie ceneri.

Perspective, affascinato dalla tradizione tutta salentina, ha deciso di dedicare un articolo  (che uscirà qualche giorno prima della Fòcara) all’evento folcloristico nel numero dedicato alla“distruzione” e a tutti i modi in cui la storia dell’arte pensa agli atti di devastazione delle opere nella propria dimensione materiale e simbolica. Eliminare qualcosa implica necessariamente un nesso con la creazione dell’oggetto stesso. Questo sarà il tema approfondito dalla rivista francese che inserisce nei suoi studi i vari periodi dell’arte e delle sue diverse aree geografiche.


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