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Ogni anno, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, si assiste ad un rito di origini antiche in grado di affascinare grandi e piccoli, la Fòcara di Novoli.
Conosciuta anche come festa del fuoco, questo culto che ora raccoglie ogni anno migliaia di pellegrini e turisti, è stato ufficializzato nel 1664, quando il vescovo Pappacoda dichiarò ufficialmente Sant’Antonio Abate protettore del paese in provincia di Lecce.
A partire da quel momento in poi, dunque, la festa del fuoco di Novoli si è confermata una tradizione profondamente sentita in tutto il Salento, tanto da essere arrivata anche nei nostri giorni senza aver perso la sua storia, all’interno della quale si fondono religione, storia e usanze tipiche.
Il lungo corso degli anni, infatti, ha tramutato solamente la forma utilizzata per imprimere il calore; si è passati dall’iniziale forma conoidale ad alcune che richiedono man mano un ingegno sempre maggiore, per un risultato sempre sorprendente. Costituita da circa 90mila fascine, il suo rito di preparazione inizia già dai primi giorni di dicembre e prevede che, a prescindere da quale sarà la sua forma, venga lasciato un varco centrale, comunemente noto come ‘galleria’, che durante la processione prevista dai festeggiamenti venga accompagnata dalla statua del Santo prima di essere inesorabilmente bruciata.
Stando ad alcune fonti, la prima Fòcara documentata risale al 1905. Ulteriori testimonianze sono poi state ritrovate negli anni successivi.
Sebbene, come già anticipato, le fascine che saranno bruciate il 16 gennaio vengano già raccolte a partire dai primi giorni di dicembre, la costruzione della Fòcara vera e propria inizia all’alba del 7 gennaio.
Il falò, formato da fascine di tralci di vite recuperati dalla rimonta dei vigneti, veniva poi realizzato dai maestri pignunai, gli unici a conoscere la tecnica in grado di non far crollare il tutto.
Ad oggi invece, per la costruzione della Fòcara servono un centinaio di persone piuttosto prestanti e in grado di restare ore e ore in piedi sui pioli delle scale che vengono utilizzate per trasportare i fasci che, una volta giunti in cima, vengono sistemati alla perfezione dal costruttore.
È proprio sulla cima del falò che la mattina della Vigilia viene posta una bandiera artistica, raffigurante un Santo e che verrà poi fatta bruciare il giorno del falò.
L’accensione del falò, come facilmente intuibile, avviene attraverso una fiaccolata e, il suo fuoco, non appena appiccato, arde per tutta la notte mentre la piazza è piena di migliaia di persone che trascorrono il loro tempo a ritmo di musica popolare e bancarelle. Ciò che affascina particolarmente, inoltre, è lo spettacolo delle fasciddre, le caratteristiche faville che librando leggere nell’aria creano quella che viene chiamata ‘pioggia di fuoco’.
Proprio per tutte queste motivazioni, quindi, la Fòcara di Novoli non può essere considerata come un semplice appuntamento annuale: questa ricorrenza è in realtà un momento di amore, condivisione e calore… non solo proveniente dalla legna che arde.
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Data: 15 Gen 2020
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