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Federico II di Svevia è più della normale figura storica di un imperatore. In Puglia è stato capace di rivalutare un territorio, di cambiarne la morfologia, di donarvi storia e cultura più di molti altri popoli che vi imposero in passato il loro dominio, e tuttora diversi monumenti ricordano il suo nome, menzione in onore di un regnante celebre per il suo intelletto e la sua lungimiranza.
Le leggende narrano come Federico II di Svevia parlasse fluentemente ben 9 lingue, che amasse tanto la caccia da aver scritto un libro dal titolo De arti venandi cum avibus al riguardo, che diffuse lo studio della scienza e dell’economia, insieme all’astrologia, alla matematica e alla filosofia. I suoi castelli sono sparsi in diverse zone del meridione e della Puglia, come Bari, Barletta, Trani, Gioia del Colle, Andria ospita tuttora il suo Castel del Monte e Foggia, capitale del suo regno, ospita una vera reggia non fortificata. Venerato da molti, definito persino l’Anticristo da altri, la sua vita fu costellata da racconti e leggende, in particolare legate alla sua morte.
Persino la sua nascita, avvenuta il 26 dicembre 1194 a Jesi, è oggetto di diverse narrazioni discordanti. Alcuni sostenevano come in realtà non avesse origini regali ma fosse solo l’umile figlio di un beccaio, altri che la madre lo avesse dato alla luce in pubblica piazza. In molti lo chiamarono l’Anticristo ripetendo che in realtà i suoi genitori fossero un monaco e una suora. Quest’ultima storia è probabilmente legata ad una serie di aneddoti: suo padre, Enrico VI, da giovane aveva pensato di intraprendere la vita monastica, mentre sua madre, Costanza d’Altavilla, prima delle nozze pare avesse vissuto in convento.
In qualità di imperatore del Sacro Romano Impero fu uno dei regnanti più impegnati, in perenne conflitto contro il papato, rivalutando il meridione, in viaggio per le crociate. Degli astrologi ne predissero la morte prematura non appena giunto in una città che avesse avuto la parola Fiore nel nome e a ridosso di una porta di ferro, pertanto per tutta la sua tarda età Federico II rimase a debita distanza da entrambe, puntando all’immortalità. Durante una battuta di caccia, il suo corpo, già sotto pesante stress ebbe un forte attacco di dissenteria. Fu condotto, al limite della perdita di sensi, presso il piccolo comune di Fiorentino, nel territorio di Capitanata, e posto a riposo su di un letto a ridosso di un muro spesso. Esaminando la stanza scoprì che la parete su cui poggiava il suo giaciglio custodiva una pesante porta in ferro battuto in quel momento murata. Federico II percepì la morte ormai vicina, e fece testamento, chiedendo di essere sepolto con i suoi genitori a Palermo.
Leggende narrano di come, al momento della sua morte, l’intera Puglia fu scossa da una serie di tragedie naturale. Terremoti e tempeste ne flagellarono l’area, con tuoni tanto forti da squarciare i cieli. Era la sua amata patria che salutava l’imperatore che più l’aveva amata. In molti riferirono di averlo visto aggirarsi furtivo in tutto il territorio, come una figura schiva che sarebbe rimasta immortale a possedere la zona in qualità di spirito protettivo. Altri raccontarono di come Federico II avesse ingannato anche la morte, inscenandola e svanendo grazie al supporto del leggendario anello di Prete Giovanni, figura anch’essa al centro di una serie di storie mitiche. Le Sibille urlarono a gran voce che il regnante sarebbe tornato trionfante, un giorno, alla fine dei tempi, disceso agli inferi pronto a risalire. Alcuni erano dell’idea che si fosse nascosto al centro del cratere dell’Etna, altri che a mille anni dalla sua morte, il 13 dicembre 1250, sarebbe risorto. La sua salma sarebbe tuttora posta all’interno del Duomo di Foggia, in un’urna funeraria.
Data: 12 Set 2018
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