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Il polmone verde del Gargano rientra nel Patrimonio dell’Umanità dopo il santuario di San Michele Arcangelo appartenente a questa categoria dal giugno 2011. Le faggete vetuste della Foresta Umbra hanno trovato infatti un posto d’eccezione tra i patrimoni dell’umanità dichiarati dall’Unesco, grazie alle efficaci operazioni dell’ente Parco Nazionale del Gargano. Un obiettivo straordinario raggiunto grazie ad un’azione congiunta che ha portato al sostegno di questa candidatura. Divesi sono ad oggi gli ostacoli per l’attivazione della sede legale dell’ente Parco presso l’immobile dell’Ex Caserma Sansone nella Foresta Umbra come previsto dalla legge.
Lo scorso 7 luglio a Cracovia, in Polonia, a conclusione dei lavori della 41esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, le faggete vetuste della Foresta Umbra sono state ritenute meritevoli di essere inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. L’estensione del Sito Seriale transnazionale “Primeval Beech Forests of the Carpathians and the Ancient Beech Forests of Germany” interessa in particolare 12 Paesi europei: Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Spagna, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ucraina. Questi alberi, unici nel loro genere, sono un esempio eccezionale dei processi ecologici e biologici di sviluppo ed evoluzione degli ecosistemi e delle comunità di piante ed animali. L’elevata biodiversità e l’alto grado di conservazione ha fatto sì che la proposta di messa a candidatura trovasse approvazioni.
Un altro importante sito pugliese era stato riconosciuto nel 2011 come patrimonio dell’umanità: il celebre Santuario di San Michele Arcangelo. Ad oggi tra gli altri luoghi pugliesi meritevoli di lode e protezione si celebrano 450 ettari di Riserve di Umbra e Falascone, aree confinanti ad altre in protezione speciale. L’ultimo sopralluogo del 6 ottobre 2016 ha sancito, grazie all’intervento della biologa dell’Università di Pechino Lu Zhi, inviata dall’Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) il definitivo passaggio di questa zona in quelle della rete europea delle foreste vetuste di faggio meritevoli di essere contemplate tra i patrimoni dell’umanità.
Orgoglio di tutta la regione e della provincia, il risultato di così alto prestigio porta questa zona a far parte di un’élite mondiale dei siti naturali protetti dall’Unesco. Proprio per questo sarà necessario intensificare la rete volta alla protezione di un habitat così prezioso e delicato.
Data: 11 Lug 2017
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