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Enea e l’attracco in Puglia: dove arrivò l’eroe troiano?

“Porto Badisco e Castro Marina si contendono il primato riguardante lo sbarco di Enea in Puglia.”
Enea e l’attracco in Puglia: dove arrivò l’eroe troiano?

Le parole scritte dal poeta romano Virgilio circa lo sbarco dell’eroe Enea in Puglia, hanno creato grande competizione tra due luoghi incantevoli della regione, che si contendono da sempre il primato di essere il primo luogo visto dall’eroe troiano.

Le parole ‘incriminanti’ che raccontano del luogo in cui il figlio di Anchise sia sbarcato sul cosiddetto Porto di Venere sono le seguenti: “Apparve il porto. Più da vicino, apparve al monte in cima di Pallade il delubro. Allor le vele colammo, e con le prove in terra demmo. È di ver l’Oriente un corvo seno in guisa d’arco, a cui di corda invece sta d’un lungo macigno un dorso avanti. Ove spumoso il mar percuote e frange. Nei suoi due corni ha due scogli, anzi due torri, che con due braccia il mar dentro accogliendo, lo fa porto e l’asconde sopra il porto. Lungi dal lido è il tempio.”

Porto Badisco vs Castro Marina: dove arrivò Enea?

Tante sono state le interpretazioni e le supposizioni riguardanti questo posto descritto, tanto da restringere il campo alle bellissime Porto Badisco e Castro Marina.

I più sono soliti pensare che i luoghi descritti da Virgilio siano la descrizione accurata del meraviglioso porto naturale di Badisco. L’imboccatura del posto, tra l’altro, sembra proprio chiudersi su se stesso, come raccontato dal poeta. Il tempio di Minerva Pallade, assente in zona, sarebbe potuto essere visibile da molto lontano per poi sparire dalla vista man mano che ci si avvicinava al porto.

Oltre alla narrazione del mare e delle sue insenature, il poeta romano sottolinea che lo scalo sia avvenuto in un posto ben popolato, in cui è presente un tempio posto in altura dedicato a Minerva. Il luogo che, sommando la natura al profano, trova maggior riscontro è il porticciolo di Castro Marina. Numerosi reperti infatti, hanno constatato importanti tradizioni e usanze del posto, da sempre fortemente legato alla dea. L’ipotesi è stata confermata da un importante ritrovamento del 2005 di una statua mutila femminile di grandi dimensioni. Sebbene il reperto archeologico sia privo di testa e di parecchi dettagli anatomici, si è propensi pensare che la scultura di (probabilmente) quattro metri appartenga proprio alla dea.

Il mistero dello sbarco dell’eroe continua ad incuriosire gli amanti della storia, che sperano di individuare altri resti archeologici in grado di poter attribuire il porto di approdo.


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