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“Future in research continuerà, così come i Cluster tecnologici regionali per l’innovazione: abbiamo deciso di investire 500 milioni di euro per il settennio nei programmi a sostegno della ricerca applicata e dell’innovazione”. La promessa, firmata dal governatore pugliese Michele Emiliano, è maturata in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico nelle stanze del Politecnico di Bari. “Le nostre vite sono un tempo limitato, straordinariamente bello, che si alimenta della conoscenza e che, attraverso di essa, diventa emozionante, come è stato conoscere la vita di Ibrahima Baldè-ha spiegato Emiliano-Noi siamo orgogliosi di lui, siamo felici che ci abbia scelto e ci auguriamo che tante altre persone nel mondo possano scegliere questa terra per progettare il loro futuro. Perché attraverso questi incontri la nostra ricchezza emotiva e anche quella economica tende ad aumentare. Grandi aziende italiane come Enel investiranno quasi 200 milioni di euro per le Smart grids, un progetto che farà della Puglia una regione tra le più innovative dal punto di vista della produzione e distribuzione dell’energia e che potrebbe consentirci, nel giro di pochi anni, di elettrificare l’intero parco automobilistico della regione producendo energia elettrica senza alcun impatto ambientale e senza emissione di Co2. E colossi internazionali come General Electric stanno investendo in Puglia ingenti risorse su settori strategici come l’aerospazio, la meccanica e la meccatronica, le biotecnologie”.
Parole pesanti, in un momento storico in cui Università del Mezzogiorno sono fortemente pregiudicate dalle normative attuali rispetto a quelle del Nord. E ricordare che fondi per sviluppo e coesione per 54 miliardi in teoria, scesi poi a 38 e adesso a 12,9 sono tutte risorse che vengono sottratte anche agli ambiti di cui stiamo parlando oggi, decisivi per il futuro della regione e del Paese. “Rimaniamo convinti che uno sviluppo economico equilibrato, senza delta tra Nord e Sud, darebbe vantaggi all’Italia intera, non solo al Mezzogiorno-il commento di Emiliano- Quando il magnifico rettore ha parlato del grande contributo che il Politecnico dà all’idea dello sviluppo sostenibile, sappiamo che questa è una radicata convinzione, che noi vogliamo sostenere. Con senso del limite, consapevoli che se non ci sono sufficienti finanziamenti per i nostri ricercatori – che forse altri avrebbero dovuto mettere a disposizione al Politecnico di Bari – è evidente, e non c’è alternativa, che dobbiamo prendere nostre risorse per consentire loro di fare ricerca. Il Politecnico di Bari è il Politecnico della Puglia. La regione si rispecchia nel Politecnico e il Politecnico tende naturalmente a guardare alla regione”.
L’auspicio è quello di creare una filiera tra formazione, ricerca, produzione e amministrazione delle risorse pubbliche. Questo può essere fatto se la cabina di regia è unica e se avremo la capacità di tener conto che abbiamo dei poli industriali importantissimi in questa regione meravigliosa, che viene considerata, dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, come una delle più attrattive del mondo. Immaginiamo cosa potremmo riuscire a fare se il nostro progetto di decarbonizzazione delle imprese pugliesi ancora alimentate a carbone dovesse realizzarsi. È ovvio che gli investimenti in ricerca e dal punto di vista accademico, ad esempio su Taranto, non sono simbolici ma centrali –ha concluso Emiliano-perché lì si vivono esperienze difficilmente replicabili altrove – e possono dare un contributo enorme affinché l’Italia rispetti gli obiettivi sottoscritti qualche giorno fa New York relativi agli accordi presi alla Cop21”.
Data: 30 Apr 2016
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