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È ispirato all’epico romanzo Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij il nuovo capolavoro partorito dalla mente geniale di Sergio Rubini, che si appresta a calcare le scene del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi il prossimo 20 aprile.
Insieme a Luigi Lo Cascio e attraverso l’ausilio di un rumorista e di una cantante, il noto attore e regista condurrà gli spettatori a vivere un viaggio tra i capitoli di una delle più grandi opere letterarie mai scritte, incentrata sul tormento di Rodion Romanovič Raskol’nikov, un giovane poverissimo e strozzato dai debiti, che uccide una vecchia e meschina usuraia.
Balza subito agli occhi il conflitto interiore del protagonista, un conflitto che crea una febbre, una scissione, uno sdoppiamento: se da un lato i suoi ragionamenti sembrano infondergli la convinzione che l’omicidio non è condannabile e non dovrebbe procurargli alcun pentimento, dal momento che ha liberato dal giogo molti poveri creditori e eliminato dalla faccia della terra un essere maligno, dall’altro però si assiste al lento affiorare in lui della consapevolezza di non riuscire a sfuggire ai sensi di colpa e al terrore di essere scoperto. Ed è proprio questo dualismo, questa natura bitonale del racconto a suggerire la possibilità di portarlo in scena attraverso una lettura a due voci, interpretate proprio da Rubini e Lo Cascio, che faranno vivere prima persona l’ossessione che tormenta il protagonista.
Come direbbe il critico Michail Bachtin, per Delitto e Castigo si può parlare di un vero e proprio “romanzo polifonico”, perché l’autore non interviene mai all’interno del testo per pilotare le coscienze dei suoi personaggi, ma ciascuno di essi rappresenta in qualche modo un’idea, un’ossessione, un punto di vista sulle cose, indipendentemente dalla visione dell’autore. In quest’opera, infatti, non sono contemplati personaggi minori, poiché ogni figura diventa portatrice di una voce, possedendo una propria potente visione del mondo.