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L’eterna contrapposizione tra l’uomo e la sua frangibilità, ripercorsa in 30 anni di carriera con statue, personaggi mitologici, animali, cavalieri e ombre a comporre lo sfondo. Il “pictor optimus”, come amava definirsi, Giorgio de Chirico, padre della Metafisica, una delle più significative tendenze dell’arte del XX secolo, è protagonista di una mostra retrospettiva inaugurata domenica 10 luglio al Castello di Conversano. I manichini metafisici, le litografie stilate nel suo studio romano di Piazza di Spagna e le inquietudini sviluppate tra la Grecia e Torino fino al 1978, anno della morte, sono al centro di un viaggio che propone una selezione di 50 opere fra dipinti, litografie e qualche bronzo capaci di delineare un itinerario complesso per temi e stili del maestro greco trapiantato in Italia. La mostra, promossa dal Libro Possibile, in collaborazione con l’associazione culturale Artes e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, propone in particolare opere tarde – negli anni Sessanta e nei Settanta l’artista è stato particolarmente prolifico-vero e proprio percorso di conoscenza del suo immaginario tra dipinti, opere grafiche, tecniche miste e sculture in bronzo. La mostra è stata ospitata negli anni precedenti soltanto da altre sei città al mondo (Ferrara, Spoleto, Campobasso, Tokyo, Istanbul, Monza) e sarà attivo fino all’1 novembre.
LA VITA – Giorgio de Chirico nacque da genitori italiani nella città di Volos, nella regione della Tessaglia in Grecia, il 10 luglio 1888. Il giovane Giorgio studiò arte presso la Scuola Superiore di Belle Arti di Atene. Dopo la morte del padre nel 1905, la madre di de Chirico si trasferì con i tre figli a Monaco di Baviera, dove Giorgio completò i due anni di studio presso l’Accademia di Belle Arti. Dopo aver lasciato l’Accademia continuò a dipingere per conto suo. Tornato in Italia nel 1908, passò per Milano e Torino e Firenze.
PRIMI LAVORI – Il giovane artista fu ispirato dagli artisti simbolisti europei, soprattutto per l’uso di immagini oniriche. Le sue prime opere combinavano una sensibilità simbolista con il suo amore per le antichità classiche della Grecia e l’Italia e le sue riflessioni filosofiche sulla vera natura della realtà. In dipinti come “Enigma di un pomeriggio d’autunno” (1910), de Chirico raffigurò drammaticamente la piazze della città abitata solo da due figure, una statua e ombre misteriose. Nel 1911, de Chirico si recò a Parigi, in Francia, dove suo fratello, Andrea (noto anche come Alberto Savinio), viveva. Lì espose e incontrò un certo numero di influenti artisti e scrittori d’avanguardia, tra cui Pablo Picasso.
FAMA E INFLUENZA – De Chirico ha prodotto molti dei suoi più importanti dipinti durante il suo soggiorno parigino del 1911-1915. Con la prima guerra mondiale de Chirico e il fratello sono arruolati nell’esercito. De Chirico era di stanza a Ferrara, accusando poco dopo un esaurimento nervoso e trascorrendo del tempo in un ospedale militare. Nel 1917, incontrò l’artista Carlo Carrà, che lavorò con lui per definire il suo stile di “pittura metafisica”, sottolineando il significato nascosto di luoghi ordinari e oggetti. Seguì una carriera imprevedibile e talvolta controversa. De Chirico morì il 19 novembre del 1978, a Roma, Italia.
Per informazioni: info@dechiricoconversano.com.
Data: 12 Lug 2016
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