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L’IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari partirà con la sperimentazione del programma di screening sierologico della Regione Puglia per valutare la circolazione del virus Covid-19 anche sui soggetti asintomatici.
Come ha spiegato il prof. Pier Luigi Lopalco, il responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia, questo studio utilizza quelli che sono stati chiamati test rapidi, che, sebbene non siano ancora validati per fare la diagnosi della malattia, sono comunque in grado di fornire importanti informazioni scientifiche sulla modalità di circolazione del virus, motivo per il quale si rendono decisamente importanti.
Gli esiti della sperimentazione, dunque, permetteranno di valutare l‘estensione di questi test rapidi anche ad altre strutture ospedaliere. Dopotutto, ha ricordato Lopalco, la scienza ha bisogno dei suoi tempi, in questo caso pochi giorni saranno fondamentali per stabilire se questo metodo ai test più rapidi si confermi essere quello più utile per le finalità di prevenzione e analisi.
Al momento, ha reso noto il direttore generale dell’IRCCS Antonio Delvino, in Puglia sono in arrivo 2800 kit. Come ha poi spiegato il professore, il test rapido utilizza un metodo colorimetrico, con un prelievo capillare attraverso la puntura del polpastrello; in 30 minuti dal prelievo consente di rilevare se sono presenti anticorpi anticoronavirus nelle due tipologie: immunoglobuline M, che marcano la risposta immunitaria precoce, e immunoglobuline G che marcano la risposta immunitaria successiva.
Le prime evidenze scientifiche, inoltre, dicono che le immunoglobuline M compaiono tre/cinque giorni dopo il contagio, quindi una positività è molto suggestiva della presenza nell’organismo del coronavirus; le immunoglobuline G starebbero a indicare in soggetti non sintomatici l’avvenuto contatto con il virus ed il suo stesso superamento.
Per cercare di debellare il Covid-19 si stanno ora percorrendo tutte le strade possibili, mettendo in campo le competenze diffuse in questo caso nella ricerca per affrontare una situazione tutt’altro che convenzionale. Proprio per questo motivo, la sperimentazione servirà a comprendere se questi test possano effettivamente dare un contributo alla gestione dell’epidemia.
Data: 25 Mar 2020
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