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Coronavirus, al “Miulli” due pazienti guariti e dimessi

“I due pazienti, di 61 e 71 anni, sono tornati a casa dopo due settimane di ricovero.”
Coronavirus, al “Miulli” due pazienti guariti e dimessi

I primi due pazienti risultati positivi all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti sono stati dimessi nella giornata di ieri, martedì 1 aprile.

Entrambi, rispettivamente di 61 e 71 anni, sono stati i primi ad essere ricoverati nello scorso marzo. Proprio per questo motivo, dunque, dopo 14 giorni hanno potuto lasciare la struttura e tornare (finalmente) a casa.

Arrivati al nosocomio pugliese con segni di polmonite nella radiografia del torace, sono stati subito attuati i protocolli terapeutici attualmente in uso per questa patologia. Dopo la conferma che si trattasse effettivamente di coronavirus, per uno dei due si è resa necessaria la somministrazione di ossigeno tramite maschera reservoir, ma l’accertato miglioramento clinico ha successivamente permesso il ritorno in aria ambiente, con valutazione della saturazione più volte durante la giornata.

Degenza affrontata con coraggio

Nonostante il morale molto basso e timorosi che la malattia potesse evolversi per il peggio, i due pazienti hanno affrontato la loro degenza con coraggio e con l’apporto costante del personale medico ed infermieristico dell’Ente.

La lontananza dai propri affetti, con conseguente senso di solitudine provato, è stato combattuto anche grazie al rapporto umano instauratosi con i sanitari del Miulli, tanto che, al momento delle dimissioni, i pazienti non hanno potuto fare altro che ringraziarli calorosamente.

Dopo aver nuovamente eseguito i tamponi e dopo il loro esito positivo, entrambi sono potuti tornare alla loro quotidianità.

L’uscita di uno dei due pazienti è stato registrato e poi pubblicato su Facebook dal gruppo Acquaviva Partecipa ed è un video ricco di gioia e voglia di vivere. Dopo i 14 giorni nel nosocomio, infatti, l’uomo percorre il corridoio del Miulli come se fosse su un red carpet, accolto dagli applausi di tutto il personale sanitario. La speranza di tutti, naturalmente, è quella di poter assistere a scene del genere ogni giorno.

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