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Nel 2010, nell’ambito dei rapporti di collaborazione nella regione balcanica, i rappresentanti della comunità del business italiano, operante in Albania, in Bulgaria, in Macedonia, in Serbia ed in Croazia, fondarono la “Confindustria Balcani” in Italia. A sei anni di distanza, Bari pensa di rendere il virtuale ponte a due corsie, dando vita a “Confindustria Albania”, idea di management che si rifà a quanto avvenuto nel 2013, quando fu lanciata Confindustria Romania, ente finalizzato a dare maggiore coesione ed efficienza alle imprese italiane situate nell’Europa dell’Est.
Un possibile business nel calderone da mesi, ma che a giorni potrebbe tramutarsi in realtà. L’investimento nel Paese delle Aquile, infatti, attrae per i notevoli tassi di crescita dell’economia nazionale, aumentata del 2,7% nel 2015 e con un trend di aumento del 3,4% nel 2016, con una tassazione media del 16%. Stipendi medi di 220 euro al mese e meno di 3 milioni di abitanti, circa un milione in meno della Puglia stessa. Ad agire da fulcro dell’accordo sarebbe-con il placet di Confindustria su scala nazionale-Confindustria Bari, che, con altri gruppi del mondo della produzione, dovrebbe sottoscrivere lo statuto costitutivo e definire un piano di interventi che possa trasformare l’attuale ufficio desk a Tirana in una struttura completa e articolata. Nel piano di investimenti è già stata coinvolta la Banca Popolare Pugliese, che agisce sul sistema bancario locale, mentre la Puglia in Albania è stata presente anche con la promozione della Fiera del Levante che organizzava un’edizione della Campionaria. Se son aquile…voleranno.
Data: 11 Mag 2016
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